13419 - La necessità del ritorno
Giorno della memoria. 27 gennaio 2010
Cubatea srl, Il Piccoletto di Roma e Compagnia dell'Attimo di Rovereto
13419 - La necessità del ritorno
scritto e diretto da Roberto Attias
con Stefano Antonucci, Gaetano Mosca, Gabriele Galli, Rocco Piciulo, Roberto Attias
Roma Marzo 1968. Battaglia di Valle Giulia.
Il commissario è un uomo di successo, è il tipico funzionario integerrimo, ambizioso, estremamente duro se occorre, pronto a qualsiasi cosa per la sua carriera.
Nel suo ufficio sfilano per tutto il giorno moltissimi studenti arrestati. Solo a tarda sera arriva il turno di un uomo sulla cinquantina che sembra capitato lì per caso. Comincia così la strana storia di Cesare, il quale dopo una lunga attesa si trova finalmente di fronte al commissario per essere interrogato. Ma luomo non parla. Il commissario utilizza tutta la sua esperienza per capire la motivazione della sua presenza lì. Non è uno studente, non è un professore, chi è? Cosa ci faceva in mezzo agli scontri? Luomo bisbiglia qualcosa
incomprensibili numeri. Non era certo quello che voleva sentire il commissario, che rimane altrettanto sorpreso, quando luomo inizia improvvisamente il lungo racconto della sua vita di giovane ebreo nella Roma degli anni 30. Il protagonista (Roberto Attias, anche autore e regista) dimesso e distinto, ci rimanda un appassionante racconto in romanesco pieno di aneddoti, date e riferimenti precisi, che colpiscono profondamente il commissario (Stefano Antonucci) facendolo estraniare completamente da tutto il mondo circostante, nel corso di una lunga notte. Cosa nasconde questuomo? Perchè è venuto proprio da lui a raccontare la sua storia?
Latmosfera è coinvolgente, il confronto tra Cesare e il Commissario prende le caratteristiche di un thriller, mentre canzoni struggenti romane accompagnano il pubblico, grazie ad una bella scelta effettuata da Gianni Borgna.
Il pubblico viene portato dal racconto di Cesare in una delle pagine più terribili della nostra storia: La deportazione degli ebrei romani verso i campi di sterminio nazisti ma il clima è lieve, umanissimo, il linguaggio è semplice, diretto non mancano i racconti di amore e di passioni, di debolezze e di enigmi. Il finale svela una scoperta traumatica, tutta da lasciare a nuove chiavi di lettura per gli spettatori.
13419 non è solo lincontro fortuito tra un uomo dordine e visitatore misterioso. Non è neppure solo un giallo psicologico, unindagine di polizia, né un semplice flusso di coscienza. 13419 è tutto questo insieme, ma è anche, soprattutto, loccasione per ribadire lesigenza che certe memorie non si perdano nel tempo.
Ettore Scola
organizzazione: Comune di Rovereto Assessorato alla Cultura