1990: Il ’“gennaio nero” dell’Azerbaigian
La Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con il Centro Studi sull'Azerbaigian, organizza a Levico Terme, giovedì 20 gennaio 2022, alle ore 14,00, il convegno di studi "1990: il 'Gennaio nero' dell'Azerbaigian". Intervengono Fernando Orlandi, Claudia Palazzo, Daniel Pommier Vincelli, Dariush Rahiminia e l'amb. Mammad Ahmadzada. Intruce e modera Massimo Libardi.
L’Unione Sovietica negli anni della perestroika di Mikhail Gorbachev fu segnata dal susseguirsi di convulsioni che progressivamente condurranno il paese all’implosione, al collasso.
Gli anni ottanta si aprirono con l’evidente crisi di una gerontocrazia al potere, con segretari generali del PCUS anziani e malati che scomparvero in rapida successione: Leonid Brezhnev, Konstantin Chernenko, Yurii Andropov... Nel marzo del 1985 subentrò il “giovane” Gorbachev, che cercò di ridare vitalità a un regime sovietico che si stava progressivamente avvitando in una crisi sistemica. Lo fece utilizzando provvedimenti amministrativi, proprio come aveva fatto il suo padrino Andropov: cercò di accelerare tutto, ma nulla si mosse.
All’evidenza di questo fallimento si cercò di porre rimedio con la perestroika e la glasnost’, che scoperchiamo e resero possibile parlare dei malaffari del regime e dei crimini del passato. Poco alla volta esplosero anche i problemi nazionali, che gran parte ebbero nel collasso finale dell’URSS. Gli stati del Baltico, Estonia, Lettonia e Lituania, annessi forzosamente all’Unione Sovietica a seguito degli accordi segreti del cosiddetto Patto Molotov-Ribbentrop, iniziarono a rivendicare prima la sovranità e poi l’indipendenza. Forti movimenti indipendentisti sorsero in Moldova e nel Caucaso. A questi il potere sovietico rispose con l’utilizzo della forza: a Tbilisi, capitale della Georgia, la sera dell’8 aprile 1989, truppe dell’Armata rossa dispersero una manifestazione: 20 morti e molte centinaia di feriti. Nel frattempo stava crollando l’impero esterno di Mosca. Dopo la vittoria di Solidarność alle elezioni del 4 giugno, uno dopo l’altro, come le tessere di un domino, crollarono i regimi comunisti dell’Europa centro-orientale, frutto dell’occupazione militare e della sovietizzazione seguita alla Seconda guerra mondiale.
Perso l’impero esterno, Mosca non poteva perdere quello “interno”. Dopo Tbilisi altri gravi interventi militari segnano la storia sovietica di quegli anni: il “Gennaio nero” di Baku (capitale dell’Azerbaigian) e la “Domenica di sangue” di Vilnius (capitale della Lituania).
Nel frattempo, nel resto del Caucaso meridionale, tra Armenia e Azerbaigian era esploso un conflitto per il Nagorno Karabakh, all’epoca un oblast’ autonomo dell’Azerbaigian. La richiesta di annessione del Nagorno Karabakh all’Armenia venne respinta da Mosca perché in contrasto le vigenti leggi sovietiche. Poco a poco esplosero violenze mentre in Azerbaigian montava un forte movimento indipendentista e antisovietico. Per stroncarlo, nel gennaio 1990 Mosca dichiarò lo stato di emergenza e ordinò al ministro della difesa Dmitrii Yazov di intervenire a Baku con un massiccio dispiegamento di truppe sovietiche: il 19 gennaio un contingente militare di 26.000 uomini entrò nella capitale con l’obiettivo di sconfiggere i manifestanti e stroncare il movimento indipendentista.
Negli anni di Gorbachev fu il più grave episodio di utilizzo delle forze armate contro manifestanti civili disarmati. Venne impiegata una violenza senza pari: dai 140 ai 300 morti e non meno di 800 feriti. Il 23 gennaio un quotidiano statunitense titolò che l’Azerbaigian costituiva la principale minaccia per Gorbachev.
Il prossimo 20 gennaio per ricordare e ricostruire questa pagina poco nota della storia sovietica e dell’Azerbaigian, organizziamo un convegno in cui si contestualizzerà il “Gennaio nero” nella storia dell’Unione Sovietica e in quella dell’Azerbaigian.
Programma:
Massimo Libardi (Biblioteca Archivio del CSSEO), Introduzione ai lavori
Fernando Orlandi (Biblioteca Archivio del CSSEO), Gorbachev, il caos sovietico e l’intervento militare a Baku
Claudia Palazzo (Centro Studi Italo-Georgiani), Qara Yanvar, il Gennaio nero: il Politburo contro Baku
Dariush Rahiminia (Sapienza Università di Roma), Le conseguenze del Gennaio nero: la ri-nascita dell’Azerbaigian
Daniel Pommier Vincelli (Sapienza Università di Roma), L’eredità del 20 gennaio nella società azerbaigiana
Ambasciatore Mammad Ahmadzada, Il Gennaio nero come movente per il ripristino dell’indipendenza dell’Azerbaigian
I lavori del convegno potranno essere seguiti on-line sulla piattaforma Zoom, al seguente link di accesso, senza passcode:
I lavori del convegno si terranno a Levico Terme, presso la sede della Biblioteca Archivio del CSSEO (Via Stazione 16), con inizio alle ore 14 del 20 gennaio 2022. Per la partecipazione “in presenza” sarà necessario esibire il Green Pass e indossare la mascherina FP2. In ragione del numero limitato di posti è assolutamente necessario effettuare la prenotazione mandando una richiesta a: info@ba-csseo.org.