21 grammi

Cinema

Serate in forma di Cinema

Usa, 2003
Titolo originale: 21 Grams
Genere: Drammatico
Durata: 125'
Regia: Alejandro González Iñárritu
Cast: Sean Penn, Benicio Del Toro, Naomi Watts, Clea DuVall, Danny Huston, Marc Musso, David Chattam

Christina, una donna che ha perso marito e figlie in un incidente, Paul, un matematico seriamente ammalato, e Jack, un ex criminale ora redento attraverso la fede, si ritrovano per caso uniti dal destino. 21 grammi è il peso che si perde quando si muore, il peso portato da chi sopravvive. 21 grammi è, in sostanza, il peso dell'anima.

di Paolo Boschi
Il peso che fa la differenza tra la vita e la morte equivale a 21 grammi, soltanto 21 trascurabili grammi in meno che distinguono una persona da un cadavere nell’istante successivo al trapasso, gli stessi grammi che chi è scampato alla morte continua a portarsi addosso, in altre parole il peso dell’anima. Tale è l’assioma che costituisce il fil rouge delle storie che s’intrecciano in 21 Grammi, opera seconda di Alejandro González Iñárritu, l’acclamato regista di Amores perros, ugualmente contrassegnato da un’umanità sofferta e talora indecifrabile, in piena deriva emotiva. 21 grammi condivide con il film d’esordio anche una similare complessità sul fronte della struttura narrativa: Iñárritu continua a ricamare le sue storie in modalità asimmetriche, partendo dalla fine per ricostruire le varie fila à rebours – peraltro marcandole con diversi cromatismi sulla falsa riga di Traffic –, come in un mosaico impazzito dove si passa da una tessera all’altra senza logica apparente – o, meglio, come scopriremo con l’incedere della trama, attraverso una logica riposta –. Paul è un cardiopatico docente universitario di matematica con la prospettiva di un mese di vita, se non arriverà in tempo un cuore nuovo per l’inevitabile trapianto; la moglie di Paul vive con lui quelli che potrebbero essere gli ultimi giorni della coppia ed ambisce disperatamente ad una maternità che potrebbe in qualche modo prorogare (addolcire?) il lutto incombente. Christina è una madre ed una moglie soddisfatta, perfetta titolare di una tipica famiglia americana felice che il destino sta per mandare in frantumi: e dietro l’angolo, oltre che da morte e disperazione, la donna è attesa al varco dai suoi errori giovanili di tossicodipendente che in qualche modo è uscita in tempo dall’inferno della droga. E infine c’è Jack, un ex truffatore che ha visto la luce e riscoperto la fede nell’accezione integralista del termine, dunque disilluso riguardo alla possibilità di redimere un’intera esistenza sbagliata. Un fatale incidente catalizzerà tragicamente le vite dei tre protagonisti, condizionandone le scelte in modo inaspettato, avviando un’impossibile parabola d’amore e vendetta, ma facendo loro comunque scoprire una scintilla di luce nel buio profondo delle rispettive disperazioni esistenziali. Un pugno di emozioni basilari diretto allo stomaco dello spettatore senza risparmio alcuno d’intensità, un impeccabile puzzle registico d’intrigante complessità ed una strepitosa prova del cast nel suo complesso, cast in cui spicca il solito Sean Penn, stavolta premiato con la Coppa Volpi a Venezia 2003 e probabile doppio candidato all’Oscar in virtù della solida interpretazione offerta in Mystic River di Clint Eastwood (oltre a quella di 21 Grammi, s’intende). Ponderoso, indigesto e lancinante, ma imperdibile.
Da www.scanner.it