24 Haikus

Danza

ORIENTE OCCIDENTE 2004
Danza

Cie Bud Blumenthal/Hybrid - Belgio
24 Haikus
Coreografie di Bud Blumenthal
prima nazionale
Coreografia e interpretazione Bud Blumenthal
Musica Johan Hoogewijs
Luci Jean-Jacques Deneumoustier

Informazioni sulla prevendita

Biglietti vendita dal 23 agosto a Rovereto all'Info Point del Polo Museale, nei teatri un'ora prima dell'inizio dello spettacolo e on line

Oriente Occidente dedica quest'anno una retrospettiva a Bud Blumenthal coreografo rivelatosi all'Italia nella scorsa edizione del Festival attraverso l'interpretazione del Ballet de Lorraine di Phantom Limbic, un suo pezzo creato per la compagnia francese in omaggio alla maga della luce Loie Fuller.
Una retrospettiva che permetterà di approfondire la conoscenza di questo autore dallo stile organico, fluido e ibrido frutto della fusione di una formazione sportiva con lo studio delle tecniche release e contact e del tai chi chuan, attraverso tre lavori legati da un comune denominatore: la libera ispirazione a un testo letterario, poetico. Fanno infatti riferimento all'Odissea di Omero, all'Ulisse di Joyce il solo Les Sentiers d'Ulysse e il pezzo corale Les Reflects d'Ulysse, mentre l'altro assolo presentato al Festival, 24 Haïkus, si ispira alle omonime e brevi liriche giapponesi. Bud Blumenthal ha origini americane, ma la sua carriera di danzatore prima, e di autore poi, si è svolta nel cuore dell'Europa. Attivo dal 1988 in Belgio, anno in cui entra a far parte del gruppo Plan K/Charleroi Danses di Frédéric Flamand, Blumenthal ha iniziato a coreografare nel 1991, realizzando, in collaborazione con Michèle Noiret, il duetto Louisiana Breakfast. L'anno successivo compone Fishtracks, prima pièce interamente sua nella quale emerge l'interesse per le nuove tecnologie che verrà in seguito sviluppato con collaboratori quali il videoartista Antonin De Bemels per Red Cliff ('02) e Les Sentiers d'Ulysse o l'architetto Paolo Atzori per Full Play, pezzo solistico in cui sperimenta l'interattività live tra danza, musica e immagini.

Per l'opera corale Les Reflets d'Ulysse, creata nell'aprile di quest'anno per la Biennale di Charleroi, Blumenthal ha pensato alla metafora del viaggio di Ulisse per rappresentare, attraverso sei danzatori e un curioso allestimento scenico sospeso tra sogno e realtà, la scoperta del sé e del mondo. Un Ulisse moderno, riflesso e moltiplicato in immagini e stati del corpo che, mediante una drammaturgia ipertestuale che rammenta le diverse tecniche narrative di Joyce e una serie di espedienti scenici-tecnologici, costruisce un percorso nella città, nel mondo attuale. Un viaggio caleidoscopico al tempo stesso urbano, intimo, fantastico e surreale. La creazione prende le mosse dal precedente Les Sentiers d'Ulysse, assolo creato nel luglio 2003, primo approccio dell'autore al tema, in cui sono il monologo interiore e la riflessione intima a dominare rispetto alla proiezione all'esterno che caratterizza il lavoro di gruppo. Nell'assolo il personaggio-protagonista, alla stregua di Leopold Bloom di Joyce, svela se stesso dentro il labirinto dell'esistenza, si mostra tutt'altro che eroico, smaschera il suo animo. Realizzato con il fedele collaboratore video Antonin De Bemels, Les Sentiers d'Ulysse mostra la sintesi perfetta tra queste due arti tanto che l'immagine danza con l'interprete, lo segue come un'ombra 'attiva', diviene metafora del subconscio, di una prospettiva 'altra', un alter-ego e un contrappunto artificiale e ironico ai limiti dell'umano.

Con il pezzo 24 Haïkus, invece, Blumenthal costruisce una suite di poemi coreografici, basata sulla qualità compositiva e stilistica di queste brevi liriche: la delicatezza, la tangibilità dell'istante, la risonanza della semplicità. Ogni haïkus possiede un'idea, un ritmo proprio, una forma di movimento e un'indagine spaziale differente. In un crescendo via via più complesso, secondo il principio della serie in evoluzione, Blumenthal costruisce un intenso assolo che la partitura originale di Johan Hoogewigs accompagna, sottolineando gli slanci del corpo.


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