50 anni di donne: cosa resta delle rivendicazioni del femminismo

Convegno

Dialoghi a margine della mostra
“50 anni di…” Dialoghi a margine della mostra “Università Città” per il cinquantenario dell’Ateneo trentino

50 ANNI DI… DONNE
Cosa resta delle rivendicazioni del femminismo
Dialogo con Barbara Poggio (coordinatrice del Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento) e Chiara Saraceno (Honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo di Trento). Modera la giornalista Milena Di Camillo.

L’incontro sarà preceduto da una visita guidata alla mostra "Università Città" per il cinquantenario dell’Ateneo trentino in compagnia del curatore, che si terrà alle 17.
Il dialogo sarà anche registrato e riproposto da radio "Trentino in Blu".

INTRODUZIONE ALL’INCONTRO
Il femminismo nasce come movimento politico, culturale e sociale per rivendicare il pieno riconoscimento dell’identità, della dignità e dei diritti delle donne nella società. Negli anni sessanta e settanta molte donne sono scese in piazza per denunciare gli squilibri di genere e affermare istanze di equità e parità nei vari ambiti della vita, dalla sessualità alle relazioni familiari al mercato del lavoro ai contesti decisionali. Molti gruppi femministi sono nati all’interno del movimento studentesco e la Facoltà di Sociologia a Trento è stata una delle prime fucine di protesta ed elaborazione femminista.
Cosa è successo da allora? Il femminismo è stato archiviato? I traguardi che questa generazione di donne si proponeva sono stati raggiunti?
A distanza di quasi mezzo secolo in realtà non è ancora possibile parlare di una piena cittadinanza per le donne. Molte cose sono cambiate, soprattutto sul piano normativo: leggi che hanno riconosciuto alle donne una maggiore autodeterminazione e un maggior potere sul proprio corpo, o che hanno ridefinito i rapporti all’interno della famiglia o che hanno promosso le pari opportunità sul lavoro favorendo un miglior equilibrio tra impegno pubblico e privato, sostenendo l’imprenditorialità femminile, riconoscendo l’importanza della rappresentanza femminile. Anche sul piano delle pratiche i cambiamenti sono stati rilevanti, soprattutto se pensiamo alla consistente presenza delle donne nei percorsi scolastici e universitari, all’entrata delle donne in contesti tipicamente maschili, alla diffusione di strumenti di conciliazione tra vita lavorativa e familiare, tuttavia restano molte questioni irrisolte (come la segregazione verticale e la contrapposizione tra conciliazione e carriera) ed emergono nuove criticità (la condizione delle donne immigrate, una precarietà lavorativa che tende ad intrappolare soprattutto le donne, la rappresentazione mediatica del corpo femminile, il dramma del femminicidio...) che rendono ancora attuali diverse istanze del femminismo, che vanno tuttavia rielaborate alla luce dei nuovi contesti così come delle modalità e delle pratiche comunicative emergenti.


organizzazione: Università degli Studi di Trento