About Fenoglio, la guerra privata del partigiano Beppe
Lezione spettacolo di Davide Longo
Un viaggio nella letteratura, nella resistenza, nell'ossessione amorosa e altro ancora. A tu per tu con uno dei grandi capolavori della letteratura italiana del secondo Novecento, Una questione privata di Beppe Fenoglio, in una lezione spettacolo di Davide Longo, scrittore e docente alla Scuola Holden che sin dalla sua nascita si è imposta come punto di riferimento per chi vuole avvicinarsi alla narrazione nelle sue varie forme.
È il giugno 1964 e Italo Calvino scrive la prefazione alla riedizione del suo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno. Quelle pagine ad apertura del testo inserito nella collana de “I nuovi coralli” sono l'occasione per fare il punto su se stesso ma anche e soprattutto sul neorealismo e sulla narrativa italiana uscita dalla Seconda guerra mondiale e dalla Resistenza. È lì che Calvino stila l'elogio di un'opera come Una questione privata di Beppe Fenoglio.
In un mondo letterario che si era accontentata e scavata una “nicchia più o meno comoda” “ci fu chi continuò sulla via della prima frammentaria epopea: in genere furono i più isolati, i meno 'inseriti' a conservare questa forza. E fu il più solitario di tutti che riuscì a fare il romanzo che tutti avevamo sognato, quando nessuno più se l'aspettava, Beppe Fenoglio, e arrivò a scriverlo e nemmeno a finirlo (Una questione privata), e morì prima di vederlo pubblicato, nel pieno dei quarant'anni”.
Perché, come scrisse Calvino, fu proprio Fenoglio, appartato, provinciale, a scrivere quel romanzo in grado di raccontare la Resistenza che “tutta una generazione” avrebbe voluto e aveva cercato di scrivere? La risposta non è una sola e nella sua lezione spettacolo Davide Longo cercherà di esplorarle tutte, entrando nel laboratorio di uno dei romanzi italiani più straordinari e meno conosciuti.
Davide Longo è nato a Carmagnola, non lontano da Torino.
Nel 2001 ha pubblicato per Marcos y Marcos il romanzo Un mattino a Irgalem con il quale ha vinto il Premio Grinzane opera prima e il Premio Via Po. Dello stesso anno è il libro per bambini Il laboratorio di Pinot.
Nel 2004 è uscito il suo secondo romanzo Il mangiatore di pietre (Marcos y Marcos), Premio Città di Bergamo e del Premio Viadana. È regista di documentari (Carmagnola che resiste, Memorie dell’altoforno), autore di testi teatrali (Pietro fuoco e cobalto, Il lavoro cantato, Ballata di un amore italiano, About Fenoglio) e autore radiofonico per RadioRai (Centolire, Luoghi non comuni). Ha scritto per Repubblica, Avvenire, Slow Food, Donna, GQ, Travel, Alp, il quotidiano olandese Ncr.next e la rivista tedesca ADAC. Del 2006 è La vita a un tratto, ed. Corraini. Nel 2007 ha curato per Einaudi l’antologia Racconti di montagna, e pubblicato per Corraini il libro E più non dimandare, realizzato con il pittore Valerio Berruti.
Nel gennaio 2010 è uscito per l’editore Fandango il suo terzo romanzo L’uomo verticale, vincitore del Premio Lucca. Nell’estate dello stesso anno il volume Il signor Mario, Bach e i settanta (Keller Editore).
In seguito, Ballata di un amore italiano (Feltrinelli, 2011) e dal maggio 2014 è in libreria il suo ultimo romanzo Il caso Bramard (Feltrinelli).
Vive a Torino dove insegna scrittura presso la Scuola Holden. I suoi libri sono tradotti in molti Paesi.
Come arrivare a Forte Pozzacchio.
Forte Pozzacchio è situato in prossimità dell'abitato di Pozzacchio (Comune di Trambileno, provincia di Trento) raggiungibile attraverso la SS46 della Vallarsa.
Da Rovereto: imboccare la SS46 del Pasubio per circa 12 km e quindi svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Forte Pozzacchio. All'ultimo tornante a sinistra prima dell'abitato di Pozzacchio si stacca una piccola deviazione a destra che conduce al parcheggio dove lasciare i mezzi e proseguire a piedi. Il tragitto a piedi richiede circa 15-20 minuti di camminata.
In caso di pioggia all'Auditorium Comunale di Moscheri (comune di Trambileno).