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Lettura integrale e collettiva di "Le vie dei canti" di Bruce Chatwin
A seguire lEquoAperitivo a cura di Mandacarù Onlus
La maratona di lettura è dedicata ad un classico del genere diario di viaggio
Le vie dei canti (The Songlines, 1987, uscito nel 1988 in Italia nella collana Biblioteca Adelphi, traduzione di S. Gariglio) è contemporaneamente un romanzo, un saggio, e un diario di viaggio. Ambientato in Australia, il libro racconta delle indagini svolte da Chatwin sulla tradizione aborigena dei canti rituali, tramandati di generazione in generazione come conoscenza iniziatica e segreta. Il libro sviluppa la tesi secondo cui i canti aborigeni sono contemporaneamente rappresentazione di miti della creazione (narrazione degli eventi dell'epoca ancestrale del "dreamtime", da cui tutto discende) e mappe del territorio. Il titolo si riferisce alle migliaia di linee immaginarie (appunto le "vie dei canti") che, secondo le conclusioni di Chatwin, attraversano l'intero continente; ogni canto tradizionale sarebbe la rappresentazione musicale delle caratteristiche geografico-topografiche di un tratto di una di queste vie. A partire dall'analisi del concetto di "via dei canti" aborigena Chatwin arriva a trattare anche i temi ricorrenti della sua opera, in particolare la tesi del nomadismo come condizione originaria dell'umanità, ma anche teorie antropologiche sull'origine della società, delle armi e della violenza.
Bruce Charles Chatwin nasce il 13 maggio 1940 a Sheffield, nella regione dello Yorkshire (Inghilterra). Dopo aver compiuto gli studi presso il Marlborough College, nello Wiltshire, inizia a lavorare presso la prestigiosa casa d'aste londinese Sotheby's, nel 1958 dove diventa lesperto dellimpressionismo. Nel 1973 viene assunto dal "Sunday Times Magazine" come consulente per temi di arte e architettura. Il rapporto professionale con la rivista sarà utilissimo per sviluppare quel talento narrativo che presto sarebbe emerso. Intervistando l'architetto novantatreenne Eileen Gray, Chatwin nota nel suo studio una mappa della Patagonia da lei dipinta. Da lì a poco Chatwin parte per l'Argentina. Il risultato dei primi sei mesi della sua permanenza sarà il libro "In Patagonia" (1977), che consacrerà la fama di Bruce Chatwin come scrittore di viaggi. Tra le sue opere vi è "Il Viceré di Ouidah", studio sulla tratta degli schiavi per il quale visitò Ouidah, un vecchio villaggio di schiavi in Africa e poi a Bahia, in Brasile. Per "Le vie dei canti" Chatwin visitò l'Australia. Uno dei suoi ultimi lavori si intitola "Utz", un racconto di fantasia sull'ossessione che porta gli uomini a collezionare oggetti. Verso la fine degli anni '80 Chatwin contrae il virus dell'HIV. Con la moglie Elizabeth Chanler si trasferisce nel sud della Francia dove passa gli ultimi mesi della sua vita su una sedia a rotelle. Muore a Nizza l'8 gennaio 1989 a soli 48 anni.
Da Le vie dei canti Werner Herzog ha tratto il suo film Dove sognano le formiche verdi (1984).
Informazioni ed iscrizioni alla lettura collettiva: luana.bisesti@trentofestival.it, laura.zumiani@trentofestival.it, francesca.delaini@trentofestival.it. Tel. 0461.986120