Adolf Kunst: paesaggi di carta

Mostra
[ Palazzo Roccabruna]

Nell'ambito del Trento Film Festival Palazzo Roccabruna propone la mostra "Adolf Kunst. Paesaggi di carta". La rassegna aprirà al pubblico il 14 aprile a Palazzo Roccabruna, Trento, alle 18.00 (ingresso libero) dopo la tappa torinese al Museo Nazionale della Montagna e  grazie alla sinergia pluriennale con la Camera di Commercio, Industria, Artigianato  e Agricoltura di Trento. 

L’iniziativa si inserisce nell’ambito degli eventi legati al 71° Trento Film Festival, che si terrà in città dal 28 aprile al 7 maggio.

Curata da Daniela Berta, direttore del Museo, e da Veronica Lisino, conservatrice del Centro Documentazione, la mostra nasce dalla recente donazione di 330 opere da  parte degli eredi dell’artista tedesco ed è pensata per portare alla conoscenza del  pubblico la varietà e la qualità della produzione grafica di Kunst e i suoi lavori non  ancora noti: pitture ad olio, acquerelli, manufatti di vari materiali e finalità.

Adolf Kunst è nato a Ratisbona nel 1882 e ha studiato architettura a Monaco di Baviera, dove è morto nel 1937 dopo essere stato a lungo docente del politecnico della città.

In quella stagione particolarmente fervida per l’incisione mitteleuropea, Kunst ha  guadagnato un posto di rilievo tra i nomi della grafica degli esordi del Novecento,  sebbene i suoi lavori abbraccino un’ampia gamma di tecniche oltre all’acquaforte,  alla xilografia, alla litografia, alla linoleografia: design in legno e metallo, pittura a  olio e acquerello, disegno a matita. Tale versatilità riflette l’ideale della Gesamtkun stwerk, opera d’arte totale che fonde in sé i diversi campi artistici.

Il periodo di attività artistica di Kunst è compreso tra il 1904 e il 1936 e conserva tracce significative dei frequenti viaggi che toccano le Alpi, in Germania, Austria,  Italia, Dalmazia e Francia. Le opere – generalmente caratterizzate dalla compre senza di leggerezza atmosferica, profondità di rappresentazione ed equilibrio compositivo – vedono la più sofisticata espressione nella rappresentazione di  ambienti naturali, in particolare vedute montane ed elementi del paesaggio alpino.

La visione del mondo di Kunst è ancora ispirata al Romanticismo e a un sentimento del sacro e grandioso della natura ma, parallelamente, è già presente il mutamento verso il Realismo, sfociante nel Naturalismo. Le sue opere sono la rappresenta zione diretta della realtà, ancora idealizzata, senza concessioni a visioni intimiste. La figura umana è quasi totalmente assente dai suoi paesaggi: una natura potente e maestosa esalta la lontananza dell’uomo, non solo piccolo al suo cospetto, ma quasi insignificante.

Il percorso narrativo prende avvio dal profilo biografico dell’artista, influenzato  dalla sensibilità spirituale e culturale dell’altipiano bavarese e delle sue bellezze.  Stampe fotografiche originali e documenti introducono quindi i soggetti favoriti:  paesaggi montani, innanzitutto, ma anche elementi botanici, con freschi e delicati  ritratti floreali, e le architetture alpine: chiese, cappelle, abitazioni tradizionali.

In questo racconto sono esposte prevalentemente opere di grafica, ma trovano  spazio anche una parte dei taccuini di disegni dei viaggi alle Alpi; gli strumenti del  mestiere (la cassetta dei colori, la spatola e alcune matrici incisorie in legno e rame);  alcuni degli album illustrati che dal 1925 al 1933 accompagnarono la crescita delle  due figlie Gertraud e Irmingart con disegni acquerellati che ricordano i momenti più  piacevoli e significativi della vita famigliare, piccoli quiz e divertenti giochi pop-up;  le marionette di legno dipinto ispirate a personaggi della tradizione popolare per le  rappresentazioni nel teatrino domestico realizzato da Kunst stesso.

Se dai lavori grafici emerge un’impostazione tradizionale, rigorosa nella composi zione, essenziale nel gusto ed estremamente curata nei dettagli, è nei manufatti  di uso domestico e nelle immagini di momenti privati, che l’artista rivela un animo  giocoso e ironico, amante della vita nella natura prima ancora che della sua rap presentazione.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (ita/eng). Il volume comprende  – oltre al testo delle curatrici – il contributo offerto da Gerhard Lutz, nipote dell’arti sta e attento garante della sua eredità artistica, che ha redatto una serie di apparati  contenenti informazioni inedite - il regesto dei viaggi sull’arco alpino, l’albero genea logico e l’elenco delle esposizioni – e aggiornate, come la biografia e la bibliografia.  Lo storico dell’arte Armando Audoli traccia una panoramica del contesto in cui  Kunst operò, con una serie di riferimenti internazionali fondamentali per il suo inqua dramento. Cristian Perissinotto è il compilatore di tutte le schede catalografiche  in calce al volume, accompagnate da una nota sul Fondo Kunst in relazione alle arti  dell’incisione, al quale Vincenzo Gatti, incisore e docente dell’Accademia Albertina  di Belle Arti di Torino, dedica il suo contributo di approfondimento tecnico.

Le opere sono inoltre consultabili online sul portale del patrimonio culturale del Club  Alpino Italiano CAISiDoc.cai.it, grazie alla campagna di catalogazione, digitalizza zione e studio che ha seguito la donazione dei beni.

Nello stesso periodo, dal 13 aprile all’11 giugno, sarà visitabile al Museomonta gna Scalare il tempo. Settant’anni di cinema di montagna al Trento Film Festival,  prodotta dal Trento Film Festival in occasione del suo settantennale e curata dalla  Fondazione Museo storico del Trentino.