Akira
Giappone, 1992
Genere: Animazione
Durata: 124'
Regia: Otomo Katsuhiro
E' il kolossal animato che ha donato ad Otomo la celebrità in tutto il mondo. Si tratta di un adattamento molto libero e parziale del manga iniziato nel 1982 che è giunto a compimento solo anni dopo l'uscita del film. Seppur discutibile per molte scelte è considerato ancora oggi il capolavoro per eccellenza dell'animazione nipponica.
di Cristian Di Clemente - 1 Feb 2003
Quando nasce e chi lo crea?
Nel dicembre 1982 Akira comincia le pubblicazioni sulla rivista giapponese Young Magazine. Con questa saga fantascientifico post-apocalittica di oltre 2000 tavole l'autore, Katsuhiro Otomo, raggiunge le vette mondiali del genere e la popolarità a livello internazionale. Akira è stato tradotto in oltre tredici lingue e ha fatto da "apripista" ai manga nei mercati occidentali. E' stato anche un successo di merchandising, con videogiochi, gadget e magliette.
Nel 1988, molto prima della conclusione della serie a fumetti (terminata nel 1993), lo stesso Otomo ha diretto uno spettacolare film d'animazione con il budget più elevato dell'epoca (oltre dieci miliardi di vecchie lire) che ha ricevuto il plauso di registi come Spielberg e Lucas, che lo hanno definito un cult movie della nuova generazione.
Chi è Akira?
Akira è un bambino dagli immensi poteri mentali che gli derivano dagli esperimenti, con finalità belliche, di un gruppo scientifico-militare giapponese. Quest'organizzazione segreta non riesce a controllarlo e, nel 1982, Akira provoca un'esplosione che distrugge Tokyo, scatenando la terza guerra mondiale, la prima con armi atomiche e nucleari. Sopravvissuto, Akira viene tenuto in ibernazione nel sottosuolo dai militari e scienziati, che proseguono i loro esperimenti su nuove cavie umane dopo la fine della guerra. Sulle macerie della capitale giapponese nasce Neo-Tokyo, da dove il manga prende inizio nel 2019 quando Tetsuo, l'ultimo ragazzo utilizzato per i test, sviluppa un enorme potere mentale e risveglia Akira dal suo letargo, con conseguenze catastrofiche. La città è nuovamente distrutta, la vita di tutti i protagonisti cambia radicalmente, l'orrore e la guerra civile prendono il sopravvento. Tuttavia, pur tra tante difficoltà, si apriranno nuovi percorsi per l'evoluzione dell'uomo e il messaggio che termina l'opera è un grido di libertà e di speranza.
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organizzazione: Associazione Laboratorio sul Moderno