Alice Tambourine Lover live

Musica

Bookique e Cosmopolitan Greetings sono lieti di invitarvi per un imperdibile concerto che si terrà venerdì 7 febbraio alle ore 21.30. Protagonisti saranno il duo bolognese degli Alice Tambourine Lover che presenteranno il loro secondo nuovo album "Star rovers". Messi temporaneamente da parte gli Alix, storica band psichedelica della prima ondata con cinque album all'attivo tra cui spiccano, sicuramente, "Ground", registrato da David Lenci a cui Kerrang! ha attribuito KKKK e "G00d 1", il loro quinto e ultimo lavoro, registrato da Steve Albini (Nirvana, P.J. Harvey, Stooges etc..) e masterizzato a Chicago da Bob Weston, è tempo di side project per Alice Albertazzi e Gianfranco
Romanelli.
Cantante intensa e duttile la prima e brillante chitarrista/bassista il secondo, sono compagni e animatori dell'avventura Alice Tambourine Lover. Partendo da un blues elettrico ridotto alla configurazione minima (chitarre, voce e tamburello), creano un sound corposo e policromo, dove la buona tecnica di entrambi va a sommarsi ad un'espressività convinta e convincente.
"Naked Songs" (Go Down Records/Goodfellas), è l'album di esordio del 2012. Sulla scia dell'onda di "Naked Songs", gli Alice Tambourine Lover pubblicano un nuovo disco dal titolo "Star Rovers" (Go Down Records/Goodfellas).
Un "cast stellare" di amici e musicisti ha partecipato alle registrazioni: Conny Ochs (Baby Universal, Heavy Kingdom project with Wino) e Patrizia Urbani (Miss Patty Miss & the Magic Circle), voci in due brani insieme ad Alice e Matumaini (Minor Swing) all'Ukulele.
"Star Rovers" consolida le sonorità "cosmic blues" presenti nel primo lavoro della band, ribadendo la centralità del dobro di Gianfranco Romanelli e della voce calda e versatile di Alice Albertazzi.
La componente psichedelica, tratto distintivo che accomuna i due artisti, guadagna maggior spazio e impreziosisce le composizioni, sempre dirette, eleganti e coinvolgenti.
"Star Rovers" è fitto di urban blues, caratterizzato dalla voce di Alice, incredibilmente vicina alle corde della migliore PJ Harvey (l'iniziale "Digging The Song" si dimostra programmatica in tal senso), supportata da perfetti intarsi chitarristici e da scarne linee ritmiche. Come già in "Naked Songs", gli Alice Tambourine Lover ci mostrano quanto la semplicità possa essere la chiave risolutiva, riuscendo nell'intento di esprimere calore, sensualità e drammaticità per restando assolutamente essenziali.
Privi di batteria, con il ritmo portato spesso dall'oramai celeberrimo tamburello, le costruzioni restano minimali, ma il duo all'occorrenza sa come saturare gli spazi, e l'elettricità non di rado si impossessa della scena.
Malinconiche dolcezze ("Dreams Slip Away", "Between The Cup And The Lips") si alternano a sofferti mantra desertici ("Falling Deep Inside") e a sperimentazioni effettistiche che donano ai brani diverse colorazioni, come nel caso di "Gipsy Mind" (cantata dall'ospite Conny Ochs) o di "Venus", tutta giocata sul wha-wha.
Alla seconda prova discografica, troviamo la conferma di quanto gli Alice Tambourine Lover siano un progetto credibile, un'idea sulla quale costruire robuste certezze