All and now
All and now
Majolenka
È a Bratislava che si incontrano Viviana Checchia e l'artista armena Sona Abgaryan, entrambe nella capitale slovacca per ragioni di studio. Dalla loro frequentazione prende le mosse l'evento in calendario per la sera del 7 marzo di quest'anno al MUG 10/6, a Trento. ALL AND NOW apre le porte al pubblico in Italia, quasi a stabilire un ideale ponte fra le due città europee e la capitale della lontana repubblica asiatica, Yerevan.
Di Sona Abgaryan e della sua connazionale Diana Hakobian saranno presenti due video, in una serata che, alla vigilia dell'8 marzo, intende solennizzare il giorno dedicato alle donne, che in Italia si conclude in un breve spazio di tempo e si riduce quasi, ormai, al simbolico dono di un fascetto di mimosa.
In Armenia, invece, la festa si dilunga per un intero mese, dall'8 marzo al 7 aprile. Durante questo periodo alle donne vengono offerti omaggi. Come un tentativo di ammorbidire quel "all and now" che è emblematico della loro continua lotta per l'emancipazione. Questo grido è per noi un ricordo, ma per loro un inno di sofferta attualità. Per quest'anno Eva Khachatryan, creatrice e curatrice dell'evento in Armenia, ha inteso spostarlo dal centro cittadino di Yerevan alla periferia della città dove è più avvertita, infatti, la perdurante emarginazione femminile.
Il progetto, qui a Trento, mira quindi ad un significato di solidarietà e di identificazione che, escludendo ogni senso di un abusato e turistico "gemellaggio", va considerato in quello, ben più pregnante, di una "circolarità", filosoficamente intesa. La stessa circolarità che indusse il nostro Alighiero Boetti a sdoppiare il suo nome d'artista prima in "Alighiero & Boetti" e poi, in concomitanza dei suoi viaggi in Afghanistan, sempre al doppio, in "Alì e Ghiero".
È così che, sempre mirando alla circolarità, questa volta all'incontrario - in una contrazione anziché in uno sdoppiamento - è stata scelto, per la serata qui a Trento, come sottotitolo "Majolenka" che è pur sì, in lingua slovacca la "maionese", ma è anche la significativa unione dei nomi di due delle artiste slovacche che saranno presenti: Maja Stefancikova e Lenka Klimesova.
Vi sarà peraltro una "eco" a far da sottofondo musicale della serata e sarà quella della voce di Cathy Berberian, catturata nei solchi di un disco, con la struggente melodia di "songs" armene del suo repertorio che ben esalteranno la "tonalità" femminile che si è voluta dare all'incontro.
Insieme alle artiste già citate ci saranno con le loro opere, a ben fisionomizzare il carattere trasversale della serata, le italiane Stefania Galegati Shines, Caterina Nolfo, Francesca Borghini e la francese Delphine Delas.
Per l'occasione sarà presente un ulteriore protagonista di questo piccolo network che si va creando in modo del tutto spontaneo e naturale. La Galleria Arte Boccanera Contemporanea di Giorgia Lucchi prenderà parte al progetto presentando l'opera di Valentina Miorandi che dal 27 febbraio è in mostra qui a Trento con la sua prima personale assoluta. Un tentativo, questo, di dare sempre più spazio ed importanza ad una sana ed interessante cooperazione volta ad una ricerca culturale internazionale.
È sì un ideale ponte questo che va ad unire Bratislava a Trento e Trento a Yerevan, ma è un progetto che diventa esaltante anche perché può configurarsi come un modo innovativo di intendere l'arte contemporanea: nel suo farsi più che nella sua storicizzazione.
Degli "incontri" di Bratislava - e delle lunghe ed animate discussioni lì intercorse sulle ragioni dell'arte contemporanea e sulle ipotesi del suo divenire - è questo soltanto un primo spunto che offre però il modo di cominciare a parlarne concretamente anche se tante altre occasioni ci saranno ancora per farlo: perché Bratislava si è rivelata il centro idoneo per gli entusiasmi che vi si concentrano e che ha la capacità di suscitare e propagare.
Viviana Checchia