Alla conquista dell'altro sesso
IX Settimana per la Cultura
Tecniche di seduzione: le forme più strane e curiose di comunicazione amorosa fra gli animali.
Promuove Museo Tridentino di Scienze Naturali
Nuove attività rivolte al pubblico dei ragazzi e delle famiglie per conoscere le forme più strane e curiose di comunicazione amorosa fra gli animali rivelate da uno zoologo innamorato. Andrea, lo scienziato del Museo esperto in tecniche di seduzione fra gli animali, spinto dall amore per la sua Alice e dal tormento dovuto allincapacità di dichiararsi, è convinto che non riuscirà mai ad esprimere con le parole il suo sentimento, a causa della sua timidezza. Cerca allora di pensare ad altre tecniche di seduzione meno dirette, che gli consentano di conquistare la sua amata, prendendo spunto dai comportamenti degli animali.
Come gli uomini, anche gli animali si scambiano segnali attraverso numerosi canali di comunicazione. Alcuni di questi segnali, quelli acustici, comportamentali o olfattivi sono segnali che possono essere lanciati e interrotti in brevissimo tempo. Ce ne sono altri, però, come i segnali visivi, che possono essere permanenti o possono protrarsi per lunghi periodi o fanno parte addirittura dellanatomia di un animale.
Pensiamo ad esempio al pavone, le differenze di piumaggio individuano il sesso. Anche nei gorilla o negli orango riconosciamo il sesso osservando le loro caratteristiche fisiche, maschi e femmine hanno infatti la forma della testa diversa. Nel caso poi della vedova del paradiso, un uccello africano, si pensava che la coda di ben quaranta centimetri del maschio potesse attrarre le femmine. In un esperimento la coda del maschio della vedova del paradiso venne allungata e accorciata. Ne è risultato che un maschio la cui coda è stata sperimentalmente accorciata a quindici 15 cm ha attratto poche femmine, mentre quello a cui è stata allungata a 66 cm ne ha attirato un numero maggiore.
Ci si chiede allora se la lunghezza della coda di un animale può essere motivo scatenante di attrazione sessuale e causa dellevoluzione della specie? Questi interrogativi sono ancora insoluti e molto dibattuti fra gli zoologi, in parte anche perché le risposte sono diverse per i diversi segnali e le diverse specie animali.
Dalle ultimissime scoperte scientifiche di alcuni ricercatori del Consortium in Evolutionary Primatology di New York che hanno studiato il cervello delle balene, sembra che i giganti del mare provino dei sentimenti e si innamorino come gli umani e, forse di più. Questi scienziati, spinti dalla curiosità di indagare la mente di questi enormi mammiferi, non si aspettavano di trovarsi di fronte ad alcune piccole cellule, di forma affusolata, dall'aspetto straordinariamente familiare: sono le stesse che consentono agli uomini di provare emozioni e, anche, di amare. Fino ad allora queste cellule erano considerate esclusiva degli uomini. Oggi luomo si deve rassegnare: non solo non è lunico a provare sentimenti, ma le balene, in campo amoroso, possono vantare persino più esperienza! La loro capacità di amare, infatti, è molto più antica di quella degli umani, perché risale a trenta milioni di anni fa.
organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali