Alle radici della guerra in Ucraina
Ieri il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che la guerra in Ucraina “entra in una nuova fase”. In effetti, la Russia ha dispiegato una grande operazione militare nel Donbas, lungo un fronte di quasi 500 km. e con un massiccio impiego di armi pesanti. L’obiettivo principale sembra essere l’annientamento della resistenza di Mariupol’. Nel Mar Nero la marina militare russa ha allontanato le sue navi a oltre 200 km. dalle coste ucraine, probabilmente temendo un altro disastro, dopo l’affondamento del Moskva.
Le sanzioni cui è sottoposta la Russia iniziano a mostrare i loro effetti, testimoniati nelle dichiarazioni della direttrice della Banca centrale russa, ma saranno effetti che si dispiegheranno progressivamente, nel lungo periodo. Se l’occidente isola Mosca, non si può non osservare che attori di primo piano della politica internazionali quali Cina (per Pechino “la Russia è strategica”, tra i due stati “l’amicizia è senza confini”) e India hanno assunto posizioni agli antipodi.
Come si è arrivati a questo barbaro conflitto in Europa? Una guerra segnata non solo da immani distruzioni (Mariupol’ è la Stalingrado del XXI secolo) ma anche da una disumana catena di violenze sulla popolazione civile: stupri, torture e assassinii... e le fosse comuni.
Nel corso degli anni Mosca ha costruito una cornice ideologico-propagandistica per quella che sarebbe stata l’“operazione militare speciale” a venire. Lo stesso presidente Vladimir Putin si è tramutato in storico delle relazioni fra Russia e Ucraina e i suoi discorsi e articoli sul tema oggi sono divenuti speciali materiali di studio per gli studenti russi.
Per indagare e ricostruire la sostanza di queste “accuse” il 23 aprile la Biblioteca Archivio del CSSEO organizza a Trento il convegno di studi “Alle radici della guerra in Ucraina”. I lavori si terranno presso la Sala conferenze della Fondazione Caritro (Via Calepina 1), con inizio della prima sessione alle ore 9,30, e della seconda sessione alle ore 15,00.
Il convegno si aprirà con una prolusione di Andrea Graziosi (Università di Napoli Federico II e fellow dell’Harvard Ukrainian Research Institute) che affronterà il tema della divergenza russo-ucraina dal 1991 ad oggi, fornendo così la cornice su cui si inseriranno le relazioni della prima sessione, che affronteranno, dal punto di vista storico e sulla base della documentazione degli archivi i temi al centro della propaganda russa.
Andrea Borelli (Università della Calabria) ricostruirà la vicenda del trasferimento amministrativo della Crimea all’Ucraina all’inizio del 1954. Fernando Orlandi (Biblioteca Archivio del CSSEO), sulla base della documentazione declassificata di molti archivi affronterà una vicenda particolarmente delicata: fu davvero fatta la promessa di non allargare la NATO a Est? Giorgio Cella (Università Cattolica) ricostruirà le vicende sottostanti la firma del cosiddetto “Protocollo di Budapest” del 5 dicembre 1994, che regolò lo smantellamento dei missili balistici intercontinentali che si trovavano in Ucraina a fronte di garanzie per la sicurezza e l’integrità territoriale del paese.
Simone Attilio Bellezza (Università di Napoli Federico II) ricostruirà gli eventi noti come Euromaidan, mentre Simona Merlo (Università Roma Tre) si occuperà dei gruppi linguistici dell’Ucraina e delle loro interazioni. Vladimir Socor (senior fellow della Jamestown Foundation) prenderà in esame gli accordi di Minsk e rifletterà sugli insegnamenti che il loro fallimento suggerisce.
Concluderà questa serie di interventi l’ambasciatore Guido Lenzi con una riflessione sul futuro delle relazioni internazionali dopo l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.
Il panel conclusivo sarà dedicato ad uno scenario futuro, in cui l’Ucraina, nelle frontiere internazionalmente riconosciute, dovrà affrontare la questione dell’autonomia di alcune sue regioni. Roberto Toniatti (Università di Trento) affronterà il tema dell’autonomia come strumento di gestione delle diversità in sistemi complessi, mentre Davide Zaffi (Biblioteca Archivio del CSSEO) presenterà e discuterà dell’esperienza del Trentino-Alto Adige come modello di risoluzione di conflitti.
PROGRAMMA
23 aprile, ore 9,30
Presiede Martina Cvajner (Università di Trento)
Andrea Graziosi (Università di Napoli Federico II): La divergenza russo-ucraina dal 1991 ad oggi
Andrea Borelli (Università della Calabria): Khrushchev regalò la Crimea all’Ucraina?
Fernando Orlandi (Biblioteca Archivio del CSSEO): Fu promesso il non allargamento della NATO a Est?
Giorgio Cella (Università Cattolica): Il Protocollo di Budapest del 1994
Simone Attilio Bellezza (Università di Napoli Federico II): Euromaidan
23 aprile, ore 15,00
Presiede Giuseppe Sciortino (Università di Trento)
Simona Merlo (Università Roma Tre): I gruppi linguistici dell’Ucraina
Vladimir Socor (Jamestown Foundation): Gli accordi di Minsk e gli errori da non ripetere
Amb. Guido Lenzi: La grande svolta: il futuro delle relazioni internazionali
L’opzione autonomia
Roberto Toniatti (Università di Trento): L’autonomia come strumento di gestione delle diversità in sistemi complessi
Davide Zaffi (Biblioteca Archivio del CSSEO): Il modello Trentino-Alto Adige di risoluzione dei conflitti
In ottemperanza alle normative vigenti, per la partecipazione al convegno è necessario esibire il Green Pass e indossare la mascherina FFP2.
L’incontro-dibattito può essere seguito on-line sulla piattaforma Zoom al seguente link: https://us02web.zoom.us/j/82529943260