Allodole sul filo

Cinema

La Biblioteca Archivio del CSSEO organizza la proiezione di Allodole sul filo di Jiři Menzel. Introduce Gianluigi Bozza. 

Diplomatosi nel 1962 alla FAMU, la scuola di cinema che ha contribuito a formare i cineasti della Nová vlna, Jiří Menzel si fa notare come regista prendendo parte a un film collettivo, Perline sul fondo (Perličky na dně), considerato il manifesto del nuovo cinema cecoslovacco. I cinque registi (oltre a Menzel, Věra Chytilová, Jaromil Jireš, Jan Němec e Evald Schorm) adattano per lo schermo altrettanti racconti brevi di Bohumil Hrabal, scrittore con cui successivamente lavorerà poi a diversi altri progetti.

Da tempo gravemente malato, Menzel è scomparso il 5 settembre 2020 all’età di 82 anni a causa dal Covid-19.

Allodole sul filo (Skřivánky na niti, 1968-1990) ha una storia travagliata: Menzel iniziò a girare il film nel periodo della Primavera di Praga, ma dopo l’invasione sovietica dell’agosto 1968 dovette interrompere il montaggio che riprese nei primi mesi del 1969, mentre stava prendendo piede la cosiddetta “normalizzazione”. A montaggio quasi ultimato giunse l’ordine di interrompere definitivamente le attività. Il film, così, rimase prigioniero in un armadio della censura fino alla fine del 1989 quando crollò il regime comunista della Cecoslovacchia. Rapidamente Menzel lo ultimò, presentandolo al Festival di Berlino del 1990, dove venne premiato con l’Orso d’oro.

Anche questo film è tratto da alcuni racconti di Bohumil Hrabal, che collabora anche alla sceneggiatura. Sempre da un altro romanzo di Hrabal, e sempre con la sua collaborazione alla sceneggiatura, Menzel aveva realizzato nel 1966 un altro grande film, Treni strettamente sorvegliati (Ostře sledované vlaky), insignito dell’Oscar al miglior film straniero, presentato fuori concorso al ventesimo Festival di Cannes del 1967, e ricevendo il Golden Globe quale miglior film in lingua straniera, replicando così il successo del romanzo, forse il libro più famoso e tradotto dello scrittore.

Allodole sul filo racconta una vicenda ambienta negli anni cinquanta in un campo di lavoro forzato, istituito accanto all’acciaieria di Kladno, cittadina della Boemia centrale a una quarantina di chilometri da Praga. Nell’immenso deposito di rottami, scarti e ferraglia ammassati dall’acciaieria, “pentola di sacrifici e sconforti” nelle parole di Angelo Maria Ripellino, lavorano uomini di varie estrazioni sociali e culturali, borghesi di ogni tipo, intellettuali e bottegai, per diversi motivi ritenuti meritevoli di rieducazione dal regime, e giovani donne colpevoli di avere cercato di espatriare illegalmente.

Sotto stretta sorveglianza, maschi e femmine, rigorosamente separati, sono costretti a lavorare e ascoltare i discorsi “rieducativi” del funzionario di turno. Andel, una giovane guardia del campo di lavoro, alle prese con problemi coniugali che lo angustiano, allenta di tanto in tanto la sorveglianza e finge di non vedere che tra il giovane cuoco Pavel Hvezdár e la detenuta Jitka nasce un amore fatto di sguardi furtivi, sorrisi appena accennati e fuggevoli carezze, con la complicità di uno specchietto che serve da richiamo col suo riflesso balenante.

Decisi al matrimonio, i due giovani devono adattarsi a che si celebri per procura fuori dal campo, con un burocratico rito civile. Al momento d’incontrarsi finalmente in una baracca del campo, sommariamente adattata per loro dai compagni di prigionia, una battuta impertinente sfuggita a Pavel, seccato per il contrattempo di una delle solite visite “rieducative” che gli ritarda l’abbraccio con l’amata, divide nuovamente i due innamorati.

Per punizione Pavel viene così destinato a un lungo periodo di lavori forzati in miniera, salutato dal balenìo fuggevole dello specchietto di Jitka, che intende confermargli la sua fedeltà.

Satira con gli artigli di velluto, tragicommedia che ha la finezza di un merletto e la grazia quieta di un acquerello, Allodole sul filo, è un apologo agrodolce sulla solidarietà, che prende di mira la stupidità burocratica e la quotidiana assurdità kafkiana dei regimi totalitari, ritrovando il tono acre e sferzante di Treni strettamente sorvegliati.

Costi

Ingresso gratuito.

In ottemperanza alle normative vigenti, per la partecipazione agli incontri è necessaria la prenotazione, inviando una mail all’indirizzo info@ba-csseo.org e indicando il proprio nome e cognome e numero di cellulare. I partecipanti all’incontro dovranno possedere il Green Pass.