Anche per te. Dedicato alle donne che ce la fanno

Teatro

Anche per te – dedicata alle donne che ce la fanno - dal testo Approdo di Gian Luca Magagni,

rielaborazione drammaturgica di Giulio Federico Janni,

con le attrici Annalisa Morsella, Martina Lazzari, Ornela Marcon;

movimenti di scena di Martina Lazzari, regia di Giulio Federico Janni

Come ogni anno per la Festa della Donna Le Formichine scelgono di dare alla cittadinanza una restituzionedel lavoro svolto. Quest’anno abbiamo scelto lo spettacolo teatrale perchè racconta le storie che ogni giorno affrontiamo nei nostri Laboratori con donne di ogni cultura.

Ci piace che la comunità roveretana comprenda quanto è importante sostenere il lavoro di solidarietà che contraddistingue il nostro Progetto.
 
Lo spettacolo racconta tre storie di vita al femminile di quelle ragazze che nei laboratori de “Le Formichine” riprendono in mano la loro vita. La storia di una nigeriana, arrivata coi barconi, vittima di violenza; una ragazza indiana adottata da una famiglia italiana che si chiede perché è arrivata in un paese che non è il suo, dove sente il richiamo della terra d’origine e il disprezzo della gente perché è di colore.

La storia di una giovane italiana che racconta la sua sofferenza, ma anche il suo positivo finale. Queste storie evidenziano la violenza di genere, la difficoltà di definire un’identità in questo momento storico dove si parla di amore e si erigono muri contro gli stranieri immigrati. Creare opportunità a chi è stato offeso porta spesso la persona a vivere di nuovo, anche con più passione e orgoglio, portando con la sua presenza ricchezza alla nostra comunità.

La forza della comunità, la solidarietà, è la vera chiave del successo, che vince la solitudine e l’egocentrismo.
L’attrice Annalisa Morsella interpreta Salima che racconta la storia dell’amica Justine.

E’ la storia di una ragazza piena di vita che incontra una realtà che la tortura, la priva della sua libertà, usa il suo corpo senza rispetto. Nella sue parole la bellezza della diversità della vita nel mondo, la forza della gioventù, la ricerca di un’identità.
“…in quelle condizioni non potevo crescere un figlio. Io so cosa vuol dire essere abbandonati. Mio figlio aveva diritto a non essere abbandonato. Aveva diritto ad una vita più giusta.”

Questa una delle frasi recitate da Martina Lazzari che interpreta Adita una donna adottata in Italia di origini indiane. Emerge forte il bisogno di un abbraccio così come forte è il timore di non essere riconosciuta nell’amore (amicale, familiare, di coppia, genitoriale).

Il racconto affronta il conflitto interno che incontrano alcune persone adottate.
Tante le donne italiane in difficoltà che arrivano in comunità, sia al Punto d’Approdo che in Fondazione Famiglia Materna. Marta interpretata da Ornela Marcon sceglie la comunità dopo essersi disintossicata dalle droghe. Obiettivo? Quello di riprendersi la vita e i figli. “Ero diventata come un
disco che gira sullo stesso brano in continuazione…”

MERCOLEDI’ 13 MARZO

Costi

Spettacolo gratuito fino a esaurimento posti


organizzazione: Comune di Rovereto