Andrea Pozzo (1642-1709) pittore e prospettico in Italia settentrionale
Mostra a cura di Eugenia Bianchi, Domizio Cattoi, Giuseppe Dardanello, Francesco Frangi
In occasione del 300° anniversario della morte del celebre pittore e architetto gesuita di origine trentina Andrea Pozzo (Trento, 1642 - Vienna, 1709), il Museo Diocesano Tridentino partecipa alle celebrazioni per il centenario organizzando la prima esposizione a carattere monografico dedicata all'attività pittorica di questo indiscusso protagonista della civiltà e della spiritualità barocche.
Andrea Pozzo fu un artista poliedrico, attivo non solo come pittore, architetto, allestitore di apparati effimeri, ma anche in qualità di teorico della scienza prospettica e dell'architettura. La sua fama è legata soprattutto al celebre trattato, Perspectiva pictorum et architectorum, un vero e proprio prontuario per pittori e architetti che ebbe notevole diffusione ovunque grazie alle traduzioni in tedesco, francese, greco, spagnolo, olandese e, addirittura, cinese.
È sull'attività pittorica dell'artista che la mostra si sofferma, prendendo in esame soprattutto l'interessante e ancora poco nota produzione giovanile di Pozzo per la Lombardia, il Piemonte e la Liguria negli anni che precedettero il suo decisivo trasferimento a Roma (1681). Le opere selezionate, alcune delle quali aggiunte solo di recente al catalogo dell'artista, consentono di cogliere i risultati di straordinaria modernità conseguiti da Pozzo in Italia settentrionale tra il settimo e l'ottavo decennio del Seicento. Il suo linguaggio estroso e teatrale, nobilitato da spettacolari invenzioni compositive, segnò una svolta fondamentale all'interno della cultura figurativa di quell'area geografica, tanto che la sua produzione divenne un imprescindibile punto di riferimento per i pittori delle generazioni successive.
In mostra vengono esposte anche opere realizzate da Pozzo per il contesto trentino nella stagione della maturità allorché l'artista, reduce dalle prestigiose committenze romane, è chiamato a Vienna dall'imperatore Leopoldo I. Qui Pozzo predispone il progetto (1708) per uno dei maggiori monumenti del barocco trentino, la chiesa di San Francesco Saverio, dalla quale provengono le quattro Prospettive con scene evangeliche chiudono il percorso espositivo.
La mostra costituisce un'importante occasione per far conoscere al grande pubblico questo straordinario artista, al quale solo in tempi recenti è stato tributato il giusto riconoscimento, dopo i pesanti giudizi dell'implacabile critica neoclassica. L'esposizione consentirà di ammirare dipinti e pale d'altare di alto livello qualitativo, normalmente custoditi in luoghi poco accessibili, e di porli a confronto secondo una scansione cronologica che ricostruisce la straordinaria evoluzione dello stile pittorico di Pozzo nel corso dell'ottavo decennio del Seicento, dalle acerbe prove degli inizi della sua carriera, alle spettacolari composizioni dei tardi anni Settanta.
Le opere in mostra
Il percorso espositivo presenta una quarantina di opere - pale d'altare, dipinti di devozione privata, bozzetti - provenienti da edifici di culto e collezioni private della Lombardia, del Piemonte, della Liguria e del Trentino, oltre che da musei italiani e stranieri.
Risalgono alla fase giovanile i due quadroni con Storie della Passione di Cristo di Trino Vercellese e il ciclo di dipinti con Storie della Vergine scoperto di recente nella chiesa di Lemna (Como), opere caratterizzate da un linguaggio realistico e fortemente espressivo che documenta l'impatto esercitato dalla pittura lombarda, in particolare del Morazzone, sull'immaginario del giovane Pozzo, pochi anni dopo il suo trasferimento in Lombardia.
All'indomani del suo ingresso nella Compagnia di Gesù (1665), inoltre, durante il periodo di noviziato trascorso a Chieri, in Piemonte, l'artista ebbe modo di assimilare le eleganti sigle elaborate da Simon Vouet, mentre il soggiorno a Genova del 1671-1672 gli consentirà di confrontarsi con le tendenze più aggiornate della contemporanea pittura genovese, rappresentate da pittori quali Valerio Castello e Domenico Piola. Gli esiti di questa ricerca vengono messi a frutto da Pozzo al suo rientro a Milano (1672), in un momento particolarmente propizio per il pittore che elabora inedite soluzioni compositive, connotate da assetti spaziali dinamici e di grande efficacia scenografica, nonché vivacizzate da una tavolozza luminosa e sgargiante. Documentano questo periodo di transizione la pala dell'Immacolata (Genova, chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea) e il dipinto con Cristo nell'orto degli ulivi confortato dagli angeli (Milano, chiesa di San Francesco di Paola) entrambi presenti in mostra.
La maturità stilistica conseguita da Pozzo alla metà degli anni Settanta è esemplificata dalla Morte di San Francesco Saverio della chiesa di Grazzano Badoglio e soprattutto dal bellissimo Angelo custode della Cattedrale di Mondovì, databile al momento dell'impresa degli affreschi della chiesa della Missione (1676-1677).
Accanto alla versione finale di alcune opere, verranno presentati anche i relativi bozzetti o le successive repliche autografe, nell'intento di spiegare al visitatore la prassi operativa messa a punto dal pittore che era solito replicare più volte soggetti fortunati e apprezzati dalla committenza, apportandovi soltanto leggere modifiche.
Il precorso espositivo si presterà inoltre a letture tematiche al fine di chiarire al visitatore il ruolo cruciale giocato da Andrea Pozzo nell'illustrare i temi iconografici e le nuove devozioni sviluppatesi nel periodo dalla Controriforma. Al gesuita, infatti, va attribuito un ruolo fondamentale nell'elaborazione dell'iconografia dei santi della Compagnia di Gesù, Sant'Ignazio e San Francesco Saverio, protagonisti di alcune significative pale esposte in mostra (quelle di San Remo, Grazzano Badoglio e Cuneo), e delle nuove devozioni diffuse capillarmente nell'Europa cattolica all'indomani della chiusura del Concilio di Trento: l'Angelo custode, l'Immacolata, San Giuseppe.
La mostra si conclude con il nucleo di opere depositate presso il Museo Diocesano Tridentino dalla chiesa di San Francesco Saverio. Si tratta di 4 Prospettive con scene evangeliche - due delle quali restaurate appositamente per la mostra - risalenti alla fase tarda della sua attività, coincidente con il soggiorno viennese dell'artista (1702-1709). Durante la sua permanenza nella città imperiale, Andrea mantenne legami professionali con alcuni committenti trentini e soprattutto con la congregazione gesuitica della città, tant'è che da Vienna inviò ai confratelli trentini il progetto per la loro nuova chiesa, edificata da maestranze locali tra il 1708 e il 1711. Troverà posto in questa sede anche il celebre trattato Perspectiva pictorum et architectorum, pubblicato da Pozzo in due volumi nel 1693 e nel 1700.. Attraverso le missioni e l'azione evangelizzatrice dei gesuiti in Europa Centrale, America Latina e Cina il pensiero di Pozzo raggiunse una diffusione planetaria.
Visite guidate: gratuite ogni domenica alle ore 16.00
Per gruppi organizzati solo su prenotazione contattando i Servizi Educativi, tel. 0461-234419
Eccezionalmente, dato il grande successo di pubblico, la mostra rimarrà aperta con ingresso gratuito anche la domenica di Pasqua (4 aprile) ore 14.00-17.30. Per loccasione saranno riproposti i percorsi guidati gratuiti nei consueti due appuntamenti: ore 14.30 e 16.00.
organizzazione: Museo Diocesano Tridentino