Anfitrione
Trento Oltre
La Stagione di Teatri Possibili con il Centro S. Chiara
Sarà la Compagnia Gank a portare in scena il prossimo spettacolo della stagione TrentOOltre.
Lappuntamento è con l'irresistibile mito di Anfitrione nellomonima commedia di Molière che ci travolgerà con la sua ricchezza di comicità, colpi di scena, scambi di identità e di corna.
Compagnia Gank
Anfitrione
di Molière
versione italiana di Patrizia Cavalli
regia di Antonio Zavatteri
con Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Andrea Di Casa, Roberta Andreoni, Mariella Speranza, Massimo Brizi, Federico Giani
scene e costumi di Laura Benzi
luci di Sandro Sussi
organizzazione Paolo Zanchin
Produzione Compagnia Gank / Teatro sociale di Stradella in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova
La vicenda narra la celebre truffa di Giove ai danni di Anfitrione, re di Tebe. Invaghitosi della bella Alcmena, casta moglie di Anfitrione, Giove scende dallOlimpo e le si presenta con indosso larmatura del marito di ritorno dalla guerra; mentre il fedele Mercurio, assunte le sembianze di Sosia, il servo del re, fa la guardia alla porta del palazzo in cui si consuma la divina notte damore, da cui nascerà il semidio Ercole. Fanno però ritorno a casa il vero Anfitrione e il vero Sosia che si ritrovano inermi di fronte alla prepotenza e allarroganza degli dei.
Si tratta di una questione di corna, anche se di corna divine, che diventa attraverso larte del teatro un discorso sull esproprio dell identità e sullarroganza dei potenti.
Il mito di Anfitrione è stato soggetto a diverse rielaborazioni teatrali fin dallantichità: dai lontani tempi del latino Plauto, la cui versione diventò un punto di riferimento per le riscritture successive, al primo Ottocento del tedesco Heinrich von Kleist o al Novecento del francese Jean Giraudoux, passando dalla celebre versione di Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière (1622-1673).
Fu Plauto a coniare il termine "tragicommedia", intendendo lassimilazione di elementi tragici in un tessuto comico e aprendo, in questo modo, la strada alla mescolanza di riso e di pianto che sperimenteranno le drammaturgie successive.
E proprio di tragicommedia si tratta. Muovendo dalla versione plautina, Molière costruisce una commedia dalla travolgente comicità che ha il suo culmine nella varietà di toni dei numerosi faccia-faccia tra gli dèi e gli uomini, e che, pur divertendosi ad ammiccare in modo neppure troppo velato agli amori che nel 1668 erano in corso alla corte di Luigi XIV, assume per virtù artistica valenze universali, capaci di risultare contemporanee anche ai giorni nostri.
cassa del Teatro Auditorium dal lunedì al sabato ore 10.00-19.00
cassa del Teatro Sociale dal lunedì al sabato ore 16.00-19.00
cassa de Teatro Cuminetti da un'ora prima dell'inizio dello spettacolo
Una commedia perfetta, in cui tutto è grazia e leggerezza, anche la violenza. Già, perché di una tragicommedia si tratta e proprio i tratti tragici e la combinazione virtuosistica di elementi diversi messi in/nel gioco rendono perfetta questa commedia. Il basso e l'alto, l'umano e il divino, l'eroismo ed il cinismo tutto concertato con grande eleganza. Partendo da Plauto, Molière riscrive Anfitrione e mette di nuovo in azione Giove e Mercu-rio che, con l'aiuto della Notte, perpetrano uno degli intrighi più celebri del teatro classico ai danni di Anfitrione, Alcmena, Sosia e Cleante. Un affare di corna, e di corna "divine". Quindi gli dei in combutta contro gli uomini, che per soddisfare le proprie pulsioni, non esitano ad esercitare violenza, a mentire sulla propria identità e soprattutto ad espropriare l'identità dei propri avversari. Gli uomini privati del proprio essere e quindi resi "nulla" dall'esercizio di prevaricazione ed arroganza dei potenti, tema ineluttabile ed eterno. Anfitrione è un grande gioco tra il reale e il suo doppio, la finzione, e dunque oltre ad es-sere, come ogni grande opera, oggetto di indagine sulla vita e sul comportamento umano è anche una riflessione sul teatro. Non a caso dopo Plauto e Molière anche Von Kleist ha affrontato questa celebre storia con i suoi proverbiali personaggi, e anche noi, come loro affascinati, cerchiamo di reinventare e dare vita a questo capolavoro.
Antonio Zavatteri
La compagnia Gank nasce nel 2002 dalla collaborazione tra Alberto Giusta e Antonio Zavatteri che dopo varie esperienze con il Teatro Stabile di Genova e dopo aver fondato la compagnia Progetto U.R.T. insieme a Jurij Ferrini mettono in scena prima Otello e successivamente, nel 2003, Amleto di W. Shakespeare. Spettacoli che oltre al debutto genovese al Teatro della Corte hanno avuto una vasta distribuzione in vari teatri italiani. Nellaprile del 2005 la compagnia mette in scena, in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova La Bisbetica Domata di W. Shakespeare e in ottobre Glengarry Glen Ross di David Mamet entrambi con la regia di Alberto Giusta. Nellottobre del 2006 debutta Eden di Eugene OBrien, spettacolo co-prodotto con il Teatro Stabile di Genova e diretto da Alberto Giusta. Alla fine dello stesso anno mette in scena al Teatro della Tosse di Genova Il Calapranzi di Harold Pinter con la regia di Antonio Zavatteri e Alberto Giusta.
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Teatri Possibili Trento