Angelo Dozio. Spazio-colore: sfida alla ricerca dell'infinito
Officine Riva
Nuovo appuntamento espositivo alla «Craffonara»: dal 9 al 24 giugno nella galleria civica del Comune di Riva del Garda è allestita una personale dell'artista lombardo Angelo Dozio che indaga il rapporto tra spazio e colore, in una sfida alla ricerca dell'infinito. La mostra, che sintitola «Colore: sfida alla ricerca dell'infinito» ed è curata dal centro culturale «La Firma», è aperta dal lunedì al giovedì dalle 15.30 alle 19 e dal venerdì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 con ingresso libero. Linaugurazione si svolge sabato 9 giugno con inizio alle ore 18.
«Che senso ha oggi fare arte? In una società, come lattuale, dove il pensiero critico e le facoltà creative sono troppo spesso messe a dura prova da uno spirito estremamente materialistico, ritengo scrive l'artista che la funzione artistica sia una testimonianza. Da quando luomo ha cominciato a scrivere e a segnare la sua storia, provenendo da culture, da comportamenti, da società e da esperienze sempre diverse, ha sempre e comunque lasciato una traccia di conoscenza del mondo. Ora è il nostro turno; non possiamo più restare indifferenti a quanto accade intorno a noi. In una società tecnologica a sviluppo avanzato sembra quasi che il computer abbia sostituito lintervento umano. Può il computer, in effetti, sostituirsi alla creatività umana? È innegabile leffettivo ausilio della macchina sulle scelte dei materiali più idonei e sofisticati per la realizzazione di un progetto, ma è altrettanto indubbi che non si possa eseguire unopera creativa, degna di questo nome, se non attraverso la mano e la mente delluomo».
«Le nuove generazioni aggiunge Dozio stanno vivendo attorniate da strumenti di strano benessere, senza profumo e senza calore. Strumenti appariscenti e fantasmagorici, atti ad annullare le qualità critiche e creative dello spirito umano, con lillusione di una ricreatività pseudoliberatoria. Quando io rappresento lorizzonte non pretendo di stabilire limiti definitivi, ma intendo suggerire a me e agli altri una dimensione possibile, verso la quale tendo per un ulteriore arricchimento dellanelito individuale e sociale verso la speranza di un mondo a misura duomo».
Angelo Dozio è nato il 14 luglio 1941 a Merate dove risiede. Frequenta lAccademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1958 inizia ad esporre in rassegne di gruppo mentre la prima mostra personale è del 1961. Indirizza le sue ricerche ai rapporti tra esperienze dirette del quotidiano, visione e conoscenza. Le prime opere inoggettive sono del 1969. Gli «Orizzonti» degli anni 70 si inseriscono immediatamente nella problematica Astrazione-contingente. Il dato mentale, che si esplica in questo con la concretezza del pensiero e del prodotto pittorico, presuppone un inizio «ciò che è stato». Il 1974 è un momento fondamentale, in cui avviene una coincidenza tra la linea artificiale del «suo» quadro, il suo frammento di finito, con quello reale concreto dellorizzonte: porzioni di spazio che ne suggeriscono un altro in continuità. Nel 1975 esegue unopera di 2,5x5,5 m. che sarà esposta allInternational Art Center di Londra.
Negli anni Ottanta «Labirinti». Dalla linea orizzontale si passa ai reticoli segmentati, allincrocio di verticali e orizzontali la cui percezione è data dalluso del colore in quanto forma-colore; opere che a partire dalla relatività propria del colore e della forma diventano vere e proprie strutture dinamiche. Lapparente semplicità è data dalla ricerca dellessenziale e anche dallaspirazione alla trascendenza. Non a caso nei confronti delle sue opere si è accennato in più occasioni ad «una sorta di filosofia neoplatonica». Prosegue con intensa attività pittorica di ricerca e si propone come scultore con la realizzazione di strutture dinamiche per arredamenti urbani. Espone le sue opere in numerose mostre in Italia e allestero. Alla fine degli anni Novanta le sue opere sono esposte a New York, Parigi, Londra, Buenos Aires.