Anna Scalfi Eghenter. Tennnis

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Anna Scalfi Eghenter
Tennnis
Homage to Albertina Eghenter

Preview: venerdì 22 giugno ore 20.00 – Circolo Tennis Riva – Casina delle Magnolie – Riva del Garda
Presentazione: venerdì 22 giugno ore 20.30 – Museo, Riva del Garda

Tennnis. Homage to Albertina Eghenter, riferimento autobiografico ed emozionale legato al passato agonistico della madre dell’artista, è un lavoro dove le regole dello sport sono tradotte nel linguaggio dell’arte.
Restringendo la larghezza della rete divisoria centrale di un campo da tennis in terra battuta e mantenendo le consuete tradizionali regole del gioco si viene a modificare una variabile strutturale del perimetro di gioco, condizionando e ridisegnando una nuova pianta: una nuova ambientazione dove ricostruire l'azione relazionale.

La ricerca di Anna Scalfi Eghenter parte dall'osservazione del vero. E' ovvio che questa asserzione potrebbe essere utilizzata facilmente per definire il linguaggio di ogni artista, di ogni tempo e luogo. Nel caso di Anna Scalfi, però, la rappresentazione del vero, e di conseguenza la sua traduzione in segni, parte da un desiderio, quasi una necessità, di attribuire un significato di senso, o forse meglio un utilizzo, alle cose comuni.
Cambiare le relazioni, dunque, è il primo passo. Probabilmente questa necessità di considerare il linguaggio come una esperienza totalizzante dei sensi ha a che fare per l'artista con il fatto di essere partita dal teatro e quindi da un mondo dove gli oggetti si compongono, prendono forma, si materializzano, attraverso il corpo e le sue parti, siano esse fisiche o sensoriali. E' sul palcoscenico, infatti, e attraverso il corpo dell'attore, che il pensiero e il racconto prendono forma nella voce, nella mimica e nel gesto. Anna Scalfi sembra applicare questa consonanza di esperienze al linguaggio dell'arte e partecipare alla sua espressione attraverso una esplorazione di spazi e una rivisitazione degli stessi reinventandone le forme e sovvertendone le regole.
Come si possono rappresentare, e nella loro rappresentazione modificare, gli aspetti antropologici, sociali ed economici? La risposta è raccolta nella possibilità di variare le convenzioni attraverso una associazione di pensieri che si rincorrono uno sull'altro come a partire da una qualche evocazione surrealista che lascia libero di correre il pensiero. da immagini di tipo simbolico, il pensiero rivela desideri, pulsioni, disagi e interrogativi che cercano di trovare una risposta, ogni volta diversa, alle possibili conseguenze delle azioni reali.

In realtà, i luoghi nei quali l'artista decide di intervenire mostrano non un sovversivo cambiamento di regole ma piuttosto una lecita manomissione, se possiamo usare questa parola, della dimensione organizzativa delle azioni. Nel circolo del tennis a Riva, come a Merano, Anna Scalfi interviene modificando la pianta da gioco ma non le regole del gioco stesso in maniera da mettere al centro la persona. Nel campo, nelle azioni del giocatore, nell'osservazione da parte dello spettatore, è proprio chi gioca ad essere protagonista non solo sportivo ma di se stesso. In questa ridisegnata dimensione il giocatore ripensa la propria forza e la propria strategia, la propria disciplina.
Le azioni dell'artista ci richiamano ad essere protagonisti del nostro esistere e a rivedere il significato delle nostre azioni. L'artista interviene nelle pieghe, là dove è possibile mettere in moto una convergenza di variabili riconosciute e tutelate dalle istituzioni ma rinegoziate nella loro definizione.
Quello rappresentato da Anna Scalfi è un nuovo modo di leggere la realtà circostante. Non una imitazione dello sguardo rinascimentale dove le cose sembrano tradurre una regolare successione armonica e uniforme della composizione ma piuttosto una visione contemporanea dove ogni singolo elemento si riconduce al frammento. Ma è proprio la visione parziale a restituire l'intero, a creare un cortocircuito che permette la ridefinizione delle regole organizzative e dell'immaginazione, creando dei collegamenti tra le parti. Le azioni dell'artista definiscono singoli episodi nei quali la realtà è ripensata nell'ordine di una dimensione globale. Qui l'aspetto economico incontra quello sociale e culturale e antropologico all'interno di uno spazio deputato, come quello delle istituzioni, dove la dimensione organizzativa può trovare il proprio consolidamento nel contesto stesso nel quale si confronta.
L'operazione artistica diventa allora una metafora linguistica dove la parola, l'azione si privano della referenzialità del mittente per diventare un tutt'uno con il destinatario della comunicazione. Il pubblico è protagonista assoluto di una piece teatrale che si attiva in un contesto sportivo o politico e il testo, ricostruito dall'artista, diventa oggetto e opera allo stesso tempo.
Ripensare il tennis, come il caso di questo progetto, vuol dire cambiare il perimetro del campo da gioco per poter vedere, attraverso il linguaggio dell'arte, in maniera diversa lo spazio tra le cose.

Info:
MAG – Museo Alto Garda
Piazza Cesare Battisti, 3a
38066 Riva del Garda Trento
tel. 0464 573869 – fax 0464 573868
www.museoaltogarda.it


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