Annamaria Rossi Zen. Acque verdi blu 2

L’Acquario di Trento è lieto di presentare la mostra “Acque verdi blu 2” che espone interpretazioni dell’acqua nelle sue molteplici forme attraverso la pittura di Annamaria Rossi Zen, splendido esempio di arte contemporanea.
L’Acquario di Trento, seguendo il filo conduttore che guida le attività del centro museale, propone il principale tema ambientale del 2003, Anno Internazionale dell’Acqua, offrendo una visione alternativa dell’acqua, presentata attraverso forme d’arte espressive che catturano l’osservatore proiettandolo in un mondo ricco di suggestioni e di colori.

I COLORI DEL MONDO
Oggi la pittura di Annamaria Rossi Zen si presenta alla nostra attenzione carica di un'esperienza molto ricca, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista dell'ispirazione più profonda.
Infatti l'intreccio tra linguaggio informale e linguaggio figurativo, che nel corso degli anni si era dipanato attraverso vere e proprie stagioni, dominate or dall'uno or dall'altro, oggi rivive in una nuova, convinta esperienza, in un nuovo clima, che si nutre della spazialità geometrizzante come delle impressioni schiettamente figurative del suo paesaggio più caro.
Adria nel Polesine: l'acqua dei canali, la luce che arriva dal mare alla campagna e al mare trasformata, iridata ritorna, i colori rossi e gialli dell'estate assolata di pianura, i grigi colmi di malinconia dell'inverno. Questa è la tavolozza della pittrice e sempre più questa tavolozza corrisponde alle variazioni dell'emozione, del ricordo, del sentimento partecipe del grande ritmo della vita.
L'esito finale della sua invenzione può essere iconico o ani conico, ma questo, tutto sommato, è secondario rispetto alla natura e alla stessa definizione della sua ricerca creativa.
Uno straordinario musicista jazz del nostro .tempo, precocemente è tragicamente scomparso, aveva chiamato "Le quattro stagioni di Vivaldi", "la musica del mondo". Anche noi, seguendo questo orizzonte di pensieri e di suggestioni potremmo chiamare i colori di Adria della Zen "i colori del mondo".
Veniamo colpiti in modo particolare dalle caratteristiche originali della sua pennellata, che si allontana sicura da ogni compiacimento estetizzante e che ritroviamo in ogni composizione impegnata a costruire, nel senso letterale, strutturale del termine, una visione che della campitura spazi aie ed informale come del paesaggio raccoglie l'eredità più intima, ciò che lo spazio e il paesaggio è stato e non sarà più, ma anche ciò che vediamo in esso oggi per quello che è stato e per quello che è ancora e potrà essere per noi, così legati ad uno specchio, che possa riflettere le nostre domande, la nostra immedicabile precarietà e insieme il nostro respiro di grandezza.
Ci troviamo di fronte una pittura, che ha fatto tesoro del cammino percorso e che oggi ci parla con una confidenza sapiente, che accoglie con il calore delle sue visioni il disagio della nostra inquietudine.
Mario Cossali Rovereto, agosto 2003