Annamaria Targher. In Grand Tour
Annamaria Targher, In Grand Tour
(a cura di Hansjörg Gruber)
Nelle prestigiose sale del Grand Hotel si snoda, e si manifesta al pubblico, il personale Grand Tour di Annamaria Targher: dalle grandi e visionarie tele astratte agli ultimissimi e sperimentali lavori figurativi risolti con limpiego meticoloso del tessuto.
Scrive, a proposito, Giovanni Battista Todeschi:
Grand Tour, ossia un viaggio di formazione le cui tappe segnano ad un tempo dei punti darrivo e di partenza, degli snodi situati lungo un percorso spirituale non concluso e forse destinato a non concludersi: viaggio affascinante nei luoghi immateriali della geografia dellanima e, allo stesso tempo, suo puntuale resoconto visivo, vero Bildungsroman scritto con le immagini.
Di questo romanzo di formazione, le opere qui esposte rappresentano il capitolo più recente ma certo non finale, e con esso lartista stende un primo consuntivo della propria attività durante lultimo triennio. In ciò nulla dellarido regesto, nulla del catalogo museale, ma solo la viva e coinvolgente testimonianza di un travaglio e di uninquietudine, di una tensione espressiva che sembra sostanziarsi dellarchetipo della metamorfosi, dellinesausto trasmutarsi delle forme e però anche dellemergere sempre più deciso di quelle, tra esse, più immediatamente e facilmente riconoscibili.
Un esitante ma progressivo passaggio dallastratto al figurativo? Un sofferto ma graduale approdo a lidi più noti e rassicuranti? Forse anche un atto di rinuncia e di acquiescenza? Si direbbe piuttosto una pausa di raccoglimento e di meditazione, un momento di sosta e di riposo nel mondo conosciuto prima del nuovo inoltrarsi lungo vie incognite e perigliose.
Forse questi sono anche i prodromi di una nuova e più matura sintesi, ma ciò potrà dirlo solo il futuro.