Annamaria Targher. Landschaftskarten

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Il luogo non è nulla fuori dalla mente
Thomas Hobbes

Con Landschaftskarten si presentano dei lavori accomunati dall'indicazione di luoghi geografici o dall'allusione a possibili luoghi della mente (v. Sky).
I primi, Liguria e Liguria II, si calano nel dato reale di una precisa connotazione di una linea di demarcazione territoriale sempre sospesa, però, tra spazio cartografico e dettame di un universo interiore, il cui esito si proclama nella forma eclatante ed icastica della regione; un po' come l'abbacinante ed espressiva linea bianca, tra mare e terra, a cui ci ha abituato la visione dall'alto di Google Earth.
Nelle due carte che condividono il medesimo titolo, Berg, il thopos dell'ambiente montano è delineato da una velocità narrativa, di abbozzo, in cui l'accumulazione degli elementi soggiace alla scelta a priori di uno spazio piccolo che venendo così ad essere surclassato, fatica ad essere abitato. (Contrariamente a quanto delineato da Marica Rossi per la “dimensione monumentale” della tela ad olio “superficie da vivere e non da riempire”). Lo “stile” delle carte pare essere quello “debole” intravisto da Angela Vettese nell'opera di A. R. Penck, ed è coincidente con il recente ritorno di Annamaria Targher al lavoro su carta: lavoro fatto di pittura istintiva, provocatoria e rabbiosa.
In Attesa, invece, riemerge quanto già detto a proposito di una veduta intimistica di Milano con il duomo (Mílã, 2007) da Maria Antonietta Zancan: dove “la reazione – sensazione della città” è decisamente “sofferta e convulsa, aggressiva e caotica”.
Nel '70, Paul Philippot definisce “cartografico” il paesaggio del pittore cinquecentesco Joachim Patinir, mentre è Silvia Camporesi che, in una mostra nel 2003, pone il ruolo della carta geografica alla stregua del linguaggio: entrambi metodi per rappresentare e pianificare la realtà.


organizzazione: Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol