Antartide, terra di scienza e riserva naturale

Convegno

Ghiacciai in serra
Viaggio fotografico nel tempo attraverso i ghiacciai alpini

Relatore: prof. Carlo Baroni, Università di Pisa
Nell’ambito delle iniziative collegate alla mostra “Ghiacciai in Serra” - aperta fino a domenica 19 novembre 2006 a Trento presso la Casa della SAT- giovedì 16 novembre alle ore 20.30 presso l’Aula Magna del Museo Tridentino di Scienze Naturali, il prof. Carlo Baroni Ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa terrà un incontro di approfondimento sull’Antartide e sulle importanti ricerche svolte dagli studiosi italiani nel continente bianco, nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA).

Le ricerche nel continente più remoto e freddo del nostro pianeta rivelano la storia dei cambiamenti ambientali che hanno caratterizzato il passato della Terra e forniscono le chiavi di lettura per conoscere il futuro.
Il prof. Carlo Baroni, “veterano” delle ricerche italiane in Antartide, ha partecipato a numerose spedizioni nel continente bianco e svolge ricerche sulla ricostruzione della storia glaciale e ambientale della Terra Vittoria, regione antartica dove si trova una delle basi scientifiche italiane, in collaborazione con molti ricercatori italiani e stranieri.
È autore di decine di pubblicazioni scientifiche e divulgative e ha curato la realizzazione di volumi monografici sull’Antartide e la sua esplorazione scientifica.

Antartide, il continente dei record
L'Antartide è l’unico continente ancora in gran parte inesplorato. Per la posizione geografica, le caratteristiche fisiche, la distanza dalle fonti di inquinamento e la quasi totale assenza di perturbazioni antropiche, è uno dei luoghi privilegiati per l’osservazione globale del nostro pianeta.
È grande una volta e mezzo l’Europa ed è completamente circondato dall’oceano più burrascoso della Terra. I ghiacciai coprono quasi il 98% della sua superficie e in alcuni punti raggiungono spessori superiori a 4500 m. Il volume dei ghiacci antartici supera i 26,5 milioni di chilometri cubi ed essi costituiscono l’80% dell’acqua dolce totale presente sulla Terra. È il continente più freddo e più ventoso del nostro pianeta. Nelle zone più elevate della calotta glaciale, infatti, la temperatura può raggiungere i -90°C durante la lunga notte antartica, mentre il vento può sferzare la costa a velocità superiori a 200 km/h.
Grazie ad un trattato internazionale, l’Antartide è divenuto un’immensa riserva naturale, dove le attività dell’uomo sono limitate alle indagini scientifiche. Il Sistema del Trattato Antartico e dei successivi protocolli riconoscono all’Antartide un importante ruolo per l’umanità: il suo straordinario patrimonio scientifico ne fa una terra di scienza, ma la comunità internazionale si è anche impegnata a mantenere un’utilizzazione pacifica e a tutelarne l’ambiente.
I motivi di interesse delle ricerche in Antartide sono molteplici e i settori di ricerca spaziano dalla biologia marina all’oceanografia, dalla geologia alla fisica e chimica dell’atmosfera, dai cambiamenti globali all’astrofisica, dalla geofisica all’applicazione di nuove tecnologie in vari settori.
L’Antartide rappresenta un eccezionale archivio di informazioni sulla storia dei cambiamenti globali del nostro pianeta. Lo studio dei ghiacciai ha permesso infatti di ricostruire la storia delle variazioni climatiche e ambientali della Terra fino a quasi un milione di anni fa, consentendoci di interpretare meglio quelli che potrebbero essere gli scenari futuri.
L’Italia contribuisce all’impegno scientifico della comunità internazionale tramite il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), istituito nel 1985. Da allora spedizioni annuali hanno condotto numerosi ricercatori in Antartide e sono state costruite la base “Mario Zucchelli” nella regione di Baia Terra Nova e la base italo-francese “Dome Concordia”, sull’altipiano glaciale ad oltre 3000 m di quota. Le attività scientifiche degli italiani, quasi sempre svolte in stretta collaborazione con ricercatori di numerosi altri Paesi, coprono tematiche di notevole interesse, anche per la comprensione di fenomeni globali quali l’assottigliamento dello strato di ozono, l’effetto serra e la contaminazione a scala planetaria.


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