Antonello Serra. Sogni e visioni. Antologica 1995-2006
A cura di Fiorenzo Degasperi
È un vaso di Pandora dell' inconscio quello che Antonello Serra ha aperto molti anni fa. I venti che ne sono usciti hanno strane fonDe, volumi. Uomini che hanno intessuto legami magici con il mondo vegetale, con quello minerale. Hanno intrecciato storie e umori, paure ed angosce, speranze ed illusioni. Ed è proprio l'ammirazione, o il timore, o ancora il desiderio di magia, intesa come strumento nato dalla volontà di togliere i sette veli che rivestono la conoscenza, che hanno portato l'artista a creare prodigiosi esseri che popolano queste opere. Che attingono alla pentola ribollente del surrealismo, alla sua grande capacità di narrare e, ancor oggi, di raccontare, gli stati d'animo, le pulsioni, le irriverenti incursioni della mente nel territorio del desiderio o del suo silenzio. Con un pizzico, direbbe Salvador Dalì, di paranoia critica perché soltanto l'ossessione può farci conoscere il Minotauro che abbiamo dentro di noi e salvarci dalla disperazione di questa moltitudine di esseri che sembrano essere nati dai racconti di un H. P. Lovercraft esente dai fumi dell'alcool o dalle tavole di Hieronimus Bosch.
Dentro queste opere non si può correre, soltanto camminare lievemente affinché l'amour }ou, l'amore folle, possa essere il filo d'Arianna che ci accompagna nei teatri dell'inconscio. Qui, in questi lavori, si lavora per analogia, per metafore, per simboli. Ognuna di queste composizioni irreali, o, surreali, è un'esplosione di vitalità, che vuole spostare i confini sempre un po' più in la nella consapevolezza che una lettura lineare della realtà è impossibile per sua stessa definizione. Perché la realtà è multipla, innumerevole. Luigi Pirandello, il nostro surrealista ante litteram, direbbe una, dieci, centomila realtà; una, dieci, centomila verità. E ognuna vale la pena indagarla fino in fondo, sprofondando nel magma del ricordo, della memoria, del trauma, della frustrazione. Per poi combattere o farsi alleati questi insetti/animali/uomini/anfibi/pesci che sembrano l'evoluzione dei disegni ottocenteschi di Yak Rivais o quelli di Frank Utpatel.
Antonello Serra, autodidatta, non fa altro che seguire le orme cerebrali di Isidore Ducasse conte di Lautréamont: questi ha messo in scena un grande poema dell'inconscio (I canti di Maldoror), poetando un'allegoria della nascita e della thanatografia. Il nostro artista esplora i meandri e i nodi del proprio lo sovrapponendo continuamente e confondendo desiderio e pulsione, morte e vita.
Le visioni del profondo, quando sono lasciate libere, creano un proprio linguaggio, irriducibile al linguaggio articolato e alle sue regole di costruzione: queste sono forme a-grammaticali e a-categoriali. Più che Sigmund Freud ci vorrebbe Gustav Jung per trovare, dietro ad ogni ombra, la figura matrice, l'archetipo. Ma siamo anche convinti che l'inconscio di Antonello Serra sia beneducato e non dica mai niente di sordido. Ogni pulsione, ogni stimolo, porta con se l'elemento positivo e il suo opposto, come Giano bicefalo racchiude nelle due facce il nuovo e il vecchio, il passivo e l'attivo, il razionale e l'irrazionale. L'automatismo psichico trova qui la sua costruzione razionale e il tentativo ultimo di narrare, o di gridare, la propria vitalità. Che si chiami eros, pornografia, amore, odio, vita e morte. Termini diversi per indicare una sola cosa: l'amore folle per un linguaggio del corpo e della mente che sempre più la società tenta di ingabbiare, frustrare, simulare.
Fiorenzo Degasperi Critico d'Arte
NOTE BIOGRAFICHE
Antonello Serra è nato ad Ori stano il 06.02.1967. Attualmente vive e lavora a Trento. È socio della Associazione Amici dell' Arte di Ghilarza.
Inizia la sua attività artistica non ancora ventenne come autodidatta. Ha partecipato a numerose rassegne artistiche in Sardegna.
Dopo il suo trasferimento in Trentino ha partecipato ad una collettiva nel capoluogo nel 1996 e ad una rassegna biennale a Volano (TN) nel 1998.
Alcune sue opere sono state esposte dalla galleria "Logos" di Roma nel febbraio 2001.
Ha affiancato artisti nazionali ed internazionali alla "4ª ed alla 5ª edizione del concorso GARDESCHI" di Arezzo nel 2001 e nel 2003. Nel 2001 si è classificato al 2° posto alla Biennale di Arte Contemporanea "LEONARDO DA VINCI" a Roma.
Nel 2002 ha esposto in una collettiva ad Oristano accanto ad artisti come Fiume, Bosich, Amore, ed altri.
Finalmente nel 2003 la sua prima personale a Trento seguita da una mini-personale presso la Stazione Leopolda di Pisa e dalla partecipazione al 43° concorso di pittura "CROMER" nel Comune di Agna (PD).
Nel 2004 la galleria "Il Collezionista" di Roma lo ha scelto per esporre alcune sue opere presso gallerie della capitale, a Berlino, Lisbona, Bologna e Palermo.
Importante la sua presenza alla mostra organizzata dalla galleria "Spazio 27" di Trento presso i Forti di Nago (TN) nel luglio 2004.
Il suo ultimo impegno è stato, a febbraio 2006, la mostra "EXOTIK -Artisti baltici a confronto con artisti sardi" a Tempio Pausania (SS) curata da Enzo Rossi -Roiss con Bosich, Corriga, Crepax, Floris, Timofeeva, Meloniski, ed altri.