Antonio

Danza

Trento a Teatro
InDanza

Compagnia Antonio Marquez
Antonio
Un omaggio ad Antonio Ruiz Soler

Música: Salvador Bacarisse, Isaac Albéniz, Edouard Lalo
Padre Soler, Reveriano Soutullo y Juan Vert
Coreografía: Antonio Márquez
Testo: Eva Leiva
Luci: Álvaro Estrada
Scene: Antonio Márquez/Inmaculada Martín y Luís Callejón
Disegno Costumi: Eva Leiva
Realizzazione costumi: J.L. Gonález/Dolores Ortiz/Encarna Ortiz
con Antonio Márquez
Trinidad Artíguez, Eva Leiva, Joana Flores, Elena Miño, Marta Toca Lozano, Carmen Alferez, Juan Francisco Gonzales, David Sánchez, Daniel Fernández, Víctor Rodríguez, Alberto García

Tecnici: Álvaro Estrada, Sergio Chaparro
Sarta: Ángela Rodríguez
Coordinamento Tecnico: Álvaro Estrada

“Tournée organizzata da Just in Time - Mauro Diazzi”

Quando è di scena Antonio Marquez (Siviglia, 1963) l’illusione e l’energia erotica del flamenco prendono forma. E “il duende sale interiormente dalla pianta dei piedi”, come scriveva Garcia Lorca nel 1933 in un suo libro sulla teoria del potere misterioso del flamenco Federico Garcia Lorca, Il duende: teoria e giuoco, 1933.. Grazie soprattutto al suo leggendario zapateado, cammeo solistico che sempre si ritaglia e che lascia il pubblico a bocca aperta nella sua effervescenza di ritmo, colpi di punte e naturalmente di tacchi, ma anche alla completezza scenica dei suoi spettacoli da quindici anni nei cartelloni dei principali teatri del pianeta.
Precursore del “flamenco scenico”, Antonio Marquez – che agli studi di flamenco e alla carriera di ballerino nel Ballet Nacional de España diretto da José Antonio Ruiz e nel Ballet Español de Madrid di José Grenero ha abbinato l’approfondimento della tecnica classico/accademica e il linguaggio moderno con Victor Ullate - non ha mai rinnegato la matrice popolare del flamenco giungendo a una perfetta fusione di baile jondo e modernità teatrale. Così con disinvoltura il nostro autore coniuga l’espressività primitiva del flamenco con tutti gli elementi strutturali di uno spettacolo moderno: la musica classica spagnola con il cuadro flamenco (il complesso per l’accompagnamento ritmico e vocale del baile), l’improvvisazione – per lo più relegata ai momenti solistici – con imponenti coreografie di gruppo, i costumi tradizionali rivisitati in fogge eleganti e simboliche nell’uso dei colori.
Lo spettacolo di questa sera, proposto con la sua Compañia fondata nel 1995, è un atto d’amore nei confronti di una figura leggendaria della danza spagnola, Antonio Ruiz Soler, detto “Antonio el bailarìn” stella indiscussa del flamenco maschile del XX secolo, scomparso nel 1996. Marquez gli rende omaggio con uno show che è un intreccio di percorsi umani ed artistici.

La carriera di Antonio Ruiz viene infatti ricostruita con passione e affetto a partire da un effervescente caffè di Siviglia, passando per le esperienze americane e cinematografiche Dal 1937 al 1949 Antonio Ruiz e la sua partner Rosario con la loro compagnia “Los Chavalillos Sevillanos” girano gli Stati Uniti e l’America Latina. A Hollywood partecipano a numerosi film quali Zigfield girl, Sing another song e Hollywood Canteen. Nel 1949 in Spagna interpretano i film El rey de Sierra Morena e nel ’51 a Niebla y sol. Antonio da solo è inoltre chiamato a partecipare a Carosello napoletano di Ettore Giannini con Sofia Loren e le coreografie di Massine., la dedizione per l’insegnamento (Ruiz fu maestro del maestro di Marquez, Paco Romero) messa a frutto al suo ritorno in Spagna e nel periodo di direzione artistica del Ballet Nacional.
Figura poliedrica e geniale, Antonio Ruiz ha gettato le fondamenta del grande rinnovamento stilistico e coreografico della danza spagnola negli ultimi decenni. E’ stato il primo a coreografare il martinete, genere riservato fino a quel momento al canto, da lui interpretato nel celeberrimo film Duende y misterio del flamenco di Edgar Neville.
Costruito su una partitura musicale collage dei miglior brani classici della danza spagnola tra cui Leyenda di Bacarisse, Zapateado di Sarasate, Sevilla e Cordoba di Albéniz e su preziosi momenti ritmici di tacchi e nacchere, questo spettacolo restituisce tutto lo spirito e il mistero del duende grazie a quindici straordinari interpreti e a due generazioni di artisti che hanno segnato la storia del flamenco.
Maria Luisa Buzzi


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara