Anything else

Cinema

Usa/Francia/Olanda/GB, 2003
Titolo originale: Anything Else
Durata: 108'
Genere: Commedia
Regia: Woody Allen
Cast: Christina Ricci, Jason Biggs, Woody Allen, Stockard Channing, Glenn Close, Danny DeVito, Jimmy Fallon, Diana Krall

Jerry, dimesso e nevrotico, è un aspirante scrittore che vive scrivendo gags per comici televisivi. Woody Allen torna alla commedia con la storia di un’amicizia bizzarra tra due comici ebreo-americani e di un amore che scoppia di botto e altrettanto bruscamente si consuma. Aspirazioni, insofferenze, incomunicabilità, contrasti che si inseguono da un decennio all’altro in un Allen d’annata che recupera il romanticismo di Hannah e le sue sorelle, la malinconia di Broadway Danny Rose e l’ironia di Manhattan. Un fuoco d’artificio di battute e paradossi.

di Paolo Boschi
Con Anything else, evento d’apertura fuori concorso a Venezia 2003, l’inossidabile umorismo di Woody Allen torna sul grande schermo per il consueto appuntamento autunnale: l’ultima fatica del popolare regista newyorchese rielabora per l’ennesima volta il consolidato catalogo di variazioni alleniane sulla scrittura, sui turbamenti amorosi e sull’insoddisfazione esistenziale. Nel cast il volto nuovo da segnalare è senza dubbio quello di Jason Biggs, divo per eccellenza del pubblico giovanile grazie alla famigerata trilogia di American pie, in Anything else artisticamente rigenerato nei panni del protagonista Jerry Falk, un trentenne scrittore nevrotico che tira avanti con copioni per cabarettisti notturni, ovviamente sotto analisi da tempo (senza il minimo risultato), oppresso da un agente con vocazione da sarto da cui non riesce a staccarsi e desideroso di ritrovare la perduta armonia sessuale con la fidanzata Amanda (ancor più compromessa dalla recente convivenza forzata con la futura suocera Paula). Insomma, nel complesso il quadretto esistenziale al centro di Anything else si presenta piuttosto sconfortante, ma nella confusione delle proprie giornate Jerry Falk ha almeno l’insispensabile ausilio delle perle di saggezza stillate da Woody Allen in persona, nei panni di un maturo insegnante-umorista, David Dobbel, una sorta di futuribile versione del giovane protagonista, apparentemente meno succube delle situazioni e ben deciso a dare una svolta radicale alla propria vita, coinvolgendo anche Jerry in un lavoro per la TV a Los Angeles – oltre alla saggezza di Dobbel, Jerry scoprirà presto anche la sua composita fobia per le armi, l’autoprotezione e la giustizia amministrata sommariamente con le proprie mani –. Nel frattempo, la relazione tra un Jerry sempre più frustrato ed una Amanda sempre più egoista andrà sviluppandosi nell’unica direzione possibile. La solita deliziosa commedia di Woody Allen, impeccabile nell’esecuzione, ravvivata da un ritmo scoppiettante in cui anche i naturali tempi morti sono farciti dall’immancabile silloge di battute caustiche ed implacabili. Anything else miscela con gusto tutti gli stereotipi d’alleniana memoria: il jazz (con una guest star del calibro di Diana Krall), la sempre magica New York, gli amori difficili, il rodeo della vita, i compromessi dell’arte, la masturbazione psicanalitica, qui esemplificata da uno specialista che sa solo ascoltare passivamente, al punto da costringere lo sconsolato protagonista ad infrangere la quarta parete per confessarsi direttamente al pubblico. Manierismo allo stato puro, per certi versi, ma proprio esercizi di stile di siffatto calibro impediscono al cinema d’essere irreversibilmente fagocitato dall’imperante volgarità.
da: www.scanner.it/cinema/anything2441.php


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