Apertura al pubblico del Passo del Redebus - acqua fredda (1440)
Apertura al pubblico del sito archeometallurgico Passo del redebus - acqua fredda (1440)
Musealizzazione
progetto culturale e scientifico:
Soprintendenza per i beni archeologici
(dirigente dott. Gianni Ciurletti)
progetto architettonico:
arch. Ugo Bazzanella
arch. Renato Fornaciari
arch. Edy Pozzatti
restauro e allestimento:
Gino Giovanazzi
Archeometallurgia nel Trentino
Le attività della Soprintendenza per i beni archeologici
Dopo le meritorie iniziative pionieristiche di Ernst Preuschen e Giuseppe Sebesta, nel 1980 l'allora Ufficio beni archeologici (ora Soprintendenza), con la prima campagna di indagini, durate più di un quindicennio, al Redebus, in località Acquafredda, tra l'Altopiano di Pinè e la valle del Fersina, dava il via in maniera organica ad un nuovo capitolo dell'archeologia trentina, quello dell'archeometallurgia.
Le ricerche, che hanno portato alla messa in luce di una batteria di forni per la produzione del rame in funzione tra i secoli XIII-XI avanti Cristo, condotte inizialmente da Renato Perini e proseguite da Franco Marzatico, hanno potuto contare sulla fondamentale collaborazione del BergbauMuseum di Bochum (Germania) che ha esteso le proprie prospezioni specialistiche in molti siti del Trentino Orientale (tra Pergine e il Primiero ne sono stati individuati più di cento). Di grande utilità la disponibilità delle amministrazioni locali, a cominciare da quella di Bedollo, dell'ASUC di Miola di Pinè, del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione Ambientale della P.A.T, le segnalazioni di molti (amministratori locali, appassionati cultori, tra cui Marco Gramola in primis) , e molto apprezzato l'appoggio organizzativo e logistico dell'allora Istituto Culturale Cimbro-Mòcheno, oggi Istituto Mocheno di Palù del Fersina.
L'allestimento e l'apertura al pubblico, oggi, dell'area con le strutture degli antichi forni, forse tra i più completi e meglio conservati, almeno in alta quota, in tutta Europa (di potenza inusitata - sono stimati tra le 700 e le 900 tonnellate (!) - i cumuli di residui e di scorie della produzione presenti nell'adiacente sottosuolo), concludono una prima fase, assai importante, del suddetto capitolo (fra non molto sarà data alle stampe un volume con i risultati finali della ricerca).
Nel contempo nella nostra, ma anche in altre regioni alpine, si sono aperte nuove possibilità ed occasioni di dibattito su una tematica, l'archeometallurgia di alta quota, per molti aspetti ancora da chiarire e indagare.
In tempi più recenti l'azione di tutela della Soprintendenza ha portato all'avvio di ulteriori ricerche e all'apertura di nuovi scavi in siti legati, qualcuno in misura maggiore, qualcuno minore, a questa tematica (sull'altopiano di Lusema, a Segonzano in vai di Cembra, a Transacqua nel Primiero, a Gardolo di Mezzo, poco a Nord di Trento) e, conseguentemente, a nuove collaborazioni, quali quelle con i Dipartimenti di Archeologia e di Geoscienze di Padova, con l'Università di Ferrara, con l'Università di Nottingham, Un altro importante settore di indagine è quello dell'archeologia sperimentale che ha visto la partecipazione di altre istituzioni italiane come le Università di Padova e di Genova e straniere, in particolare la sezione di archeometallurgia dei Laboratori di Restauro dei Musei di Francia.
I primi risultati delle ricerche, tutte ancora in corso, spingono a ritenere che l'archeologia trentina potrà a breve offrire ulteriori positivi contributi di conoscenza al settore.
Risultati che, come di consuetudine nell'attività della Soprintendenza, hanno già trovato ricadute nell'ambito dell'archeologia sperimentale e nel settore divulgativo e didattico, culminate nella realizzazione di incontri e stages aperti a tutti gli interessati nelle località sede delle ricerche, ma anche nel neonato Museo Retico di Sanzeno (val di Non), presso il sito palafitticolo di Fiavè, nel contesto dell'attività dei Servizi Didattici della Soprintendenza, a Trento.
Le iniziative connesse con il sito archeometallurgico dell' Acqua Fredda di Redebus (programma provvisorio e da definire)
Ottobre 2008
Tra il 20 e il 23 ottobre sono previsti laboratori in classe e visite al sito per le classi IV e V delle scuole elementari di Bedollo, di Baselga e Miola di Pinè, di S.Orsola Terme e Fierozzo, con la presentazione dei procedimenti relativi alla lavorazione dei minerali e dei metalli nella preistoria.
Primavera -estate 2009
Giornate sull'area archeologica con visita agli scavi e la partecipazione ad una prova di smelting, fusione del rame dalla calcopirite per le scuole.
Conferenze a Bedollo e presso l'Istituto Mòcheno per tutti gli interessati relativamente alle ricerche condotte al Redebus e in altre aree archeometallurgiche del Trentino, visite guidate e dimostrazioni di archeologia sperimentale.
Stage sulla metallurgia primaria del rame dedicato agli studenti universitari con visita a scavi e attività sperimentali.
Autunno - inverno 2009
Incontro a carattere internazionale sul tema delle miniere e delle aree fusorie preistoriche nelle Alpi e dei parchi minerari con esempi dal territorio alpino (area tirolese-salisburghese), da Toscana, Sardegna e Spagna.
organizzazione: Comune di Bedollo - P.A. T. Soprintendenza per i beni archeologici