Apocalisse
Luigi Facchinelli
Presentazione
MONS. LODOVICO MAULE, decano del Capitolo della Cattedrale
DON MARCELLO FARINA, docente di filosofia
PROF. MASSIMO MARTIGNONI, docente di storia dell’arte
Nelle Domeniche di Quaresima, il Concerto per Organo delle ore 17,15 sarà preceduto da una introduzione al Tempo Liturgico, avvalendosi delle immagini proposte nella mostra, da parte di Mons. Lodovico Maule.
Questa mostra e lo spazio in cui viene allestita sono il presupposto ideale per capire l’animo di Luigi Facchinelli, pittore, costruttore, arte e profondo credente. Lo spazio espositivo innanzitutto, perché la cattedrale oltre a rappresentare la fede è stata per Luigi anche il luogo dove ha lavorato, avendo eseguito con l’impresa di famiglia gli scavi archeologici volti a portare alla luce i resti dell’antica basilica di San Vigilio (quest’anno ricorre il quarantesimo dal completamento dei lavori), mostrando tutta la perizia, la capacità e la passione che lo contraddistinguevano. Poi la pittura, la sua grande passione. Dipingeva sempre, giorno e notte per il piacere (il bisogno) di farlo, senza voler apparire o piegarsi al mercato con la necessità di vendere. Piuttosto, se lo riteneva giusto, lo faceva gratuitamente come il grande murales di Shangrilà (per rendere più piacevole un luogo di accoglienza per i profughi), ora purtroppo andato perduto, o la decorazione dell’atrio e del vano scale eseguita presso il centro di riabilitazione Franca Martini, anche questo con l’intento di alleviare le sofferenze dei malati che lì si vanno a curare. L’enorme dipinto in parte murales e in parte su tela fa trasparire la grande umanità e la sua visione del mondo in un intreccio di figure e simboli che partono dalla vita primordiale, passando dalla sofferenza dell’uomo per finire con un messaggio di speranza. Su tutto il colore, usato da Luigi con una capacità straordinaria che rende così intense le sue opere.
Questa mostra fa parte di un ciclo pittorico di 24 opere che rappresentano l’Apocalisse, dipinto negli ultimi anni della sua vita, che prendono spunto dalla lettura di un testo di don Marcello Farina.
In queste opere Luigi torna a una pittura più figurativa rispetto al periodo precedente, per coinvolgere in modo più chiaro e diretto lo spettatore, ma lo spazio e il colore lo trasportano come una visione in un mondo trascendente; questa era la sua grandezza, la capacità di portarci fuori dal tempo, dal momento contingente, per abbracciare l’immenso che è dentro di noi.