Architetture senza architetti. L'idea di spazio nelle fotografie di Federico Vender

Mostra fotografica

La mostra, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia autonoma di Trento, fornisce una nuova riflessione sul ruolo di Federico Vender (1901-1999) nella cultura fotografica in Italia sulla base di un approfondito lavoro condotto sull'ingente corpus della sua opera, donato all'amministrazione provinciale nel 1993 e conservato presso l'Archivio Fotografico Storico. Partendo dalla ricca collezione di provini, compilata dall'autore durante la proprio carriera, si è cercato di rileggere l'opera di Vender attraverso una serie di immagini per lo più inedite. Stampe moderne dai negativi originali si affiancano ai vintage di Vender, condividendo lo volontà del fotografo di farsi artefice di una seconda visione, secondo diversi tagli, trasformando talvolta una solo immagine in un complesso progetto di rappresentazione.
Questo maestro della fotografia, una delle più importanti figure dello "scuola mediterranea", sin dagli inizi dello corriera dimostra il definitivo abbandono dei vecchi codici del pittorialismo fotografico verso uno piena consapevolezza della luce come mezzo plastico. Il tema dell'architettura, attraverso un'analisi sulla percezione visiva dello spazio, è affrontato in sei sezioni che tengono conto dei diversi temi sviluppati da Vender in rapporto al genius loci, conferendo carattere indelebile all'atmosfera della città e del paesaggio e rendendo fenomeni architettonici diversi, nella forma e nel tempo, come parte di un'unica riconoscibile esperienza e senza alludere alla fisicità del luogo.

Le sezioni della mostra
• Architettura e misura umana
L'architettura appare come sfondo al ritratto o alla scena di genere e la dimensione dell'edificio è volontariamente determinata da una o più figure.

• Geometrie e modernità
Il modernismo architettonico degli anni di Vender è il soggetto ideale per una serie di immagini costruite su rigorosi parametri geometrici. Il fotografo inizia ad esplorare temi pienamente moderni, come la fabbrica, i padiglioni espositivi, dove predomina lo sforzo di sintesi e la preponderanza della purezza nella forma costruttiva.

• Paesaggi di linee originali e tagli inattesi
Si susseguono immagini di oggetti creati dalla mano dell'uomo in cui il fotografo isola un frammento caratteristico per porre in rilievo gli elementi essenziali e eliminare ciò che potrebbe condurre a una dissipazione della complessità dell'insieme.

• Luci e ambre
Per Vender la luce ha un ruolo significativo nel "disegno" dell'immagine soprattutto quando gli oggetti al di fuori del campo visivo determinano un segno grafico attraverso ombre proprie e proiettate.

• Composizione di linee e masse
Con fotografie di taglio espressionista, dai marcati segni neri che delimitano le forme, sono affrontati temi come la città, la fabbrica e il tessuto urbano espressi in un linguaggio sintetico, costruttivo e volumetrico, caratterizzato dalla sovrapposizione di piani e punti di vista di derivazione cubista e futurista.

• Il colore: un impareggiabile complemento
Nella produzione a colori di Federico Vender, poco conosciuto anche dagli storici della fotografia, si possono riscontrare tutte le caratteristiche della sua opera in bianco e nero. Il fotografo usa il colore sui volumi e la struttura degli oggetti per confermare l'esistenza della materia.

La mostra è corredata dal volume intitolato "Architetture senza Architetti. L'idea di spazio nelle fotografie di Federico Vender" a cura di Angelo Maggi, che costituisce il secondo numero della collana "Album" dedicata ai fondi dell'Archivio Fotografico Storico dello Soprintendenza per i Beni Storico-artistici. Con tale pubblicazione si intende così contribuire alla valorizzazione dell'opera di Federico Vender e alla conoscenza dell'importanza dell'Archivio provinciale quale luogo di custodia e di studio del patrimonio fotografico del Trentino.


organizzazione: P.A.T. Soprintendenza per i Beni Storico Artistici