Aspettando Godot

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2010/2011
La Grande Prosa

Teatro Stabile di Genova
Aspettando Godot
di Samuel Beckett
regia Marco Sciaccaluga
scene Jean-Marc Stehlé, Catherine Rankl
costumi Catherine Rankl
musiche Andrea Nicolini
luci Sandro Sussi
con Ugo Pagliai, Eros Pagni,
e con Gianluca Gobbi, Roberto Serpi, Alice Arcuri

Capolavoro immortale, tragicommedia sull’uomo moderno

Aspettando Godot (in francese "En Attendant Godot", in inglese "Waiting for Godot") è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett (1906-1989), premio Nobel per la letteratura nel 1969.
"Tragicommedia" costruita intorno alla condizione dell'attesa, Aspettando Godot venne scritta verso la fine degli anni Quaranta e pubblicata in lingua francese nel 1952, dopo la seconda guerra mondiale, in un'epoca post-atomica. Nel 1954, Beckett tradusse l'opera in inglese. La prima rappresentazione si tenne a Parigi nel 1953 al Théâtre de Babylone sotto la regia di Roger Blin, che per l'occasione rivestì anche il ruolo di Pozzo.
L'opera è divisa in due atti; in essi non c'è sviluppo nel tempo, poiché non sembra esistere possibilità di cambiamento. La trama è ridotta all'essenziale, è solo un' evoluzione di micro-eventi. Apparentemente sembra tutto fermo, ma a guardare bene "tutto è in movimento". Non c'è l'ambiente circostante, se non una strada desolata con un albero spoglio, che nel secondo atto mostrerà alcune foglie. Il tempo sembra "immobile". Eppure scorre. I gesti che fanno i protagonisti sono essenziali, ripetitivi. Vi sono molte pause e silenzi. A volte si ride, a volte si riflette in Aspettando Godot, come se si fosse a "teatro o al circo" (come dicono i personaggi).
I protagonisti sono Estragone e Vladimiro che sembrano usciti da una comica del cinema muto. I due aspettano un certo Godot che ha dato loro appuntamento in quel posto. Loro, e anche gli spettatori, non sanno neanche esattamente chi sia questo Godot, credono comunque che quando arriverà li porterà a casa sua, darà loro qualcosa di caldo da mangiare e li farà dormire all’asciutto.
Estragone e Vladimiro sono gettati ai margini di una società che non conoscono, in uno spazio insieme astratto e concreto nel quale irrompe, a un certo momento, un’altra strana coppia (quella formata da Pozzo e Lucky).
Ad interpretare questi due personaggi opposti e complementari, due attori di razza, due veri mattatori del palcoscenico come si conviene a un testo di questa importanza: Ugo Pagliai (Estragone) e Eros Pagni (Vladimiro). A dirigere il lavoro Marco Sciaccaluga che sottolinea: “per due atti, Estragone e Vladimiro aspettano invano Godot, ma la grandezza della commedia non sta certo nel fatto che Godot non arriva mai, quanto piuttosto in ciò che accade mentre si aspetta il suo arrivo. E, nell’attesa, succedono moltissime cose”.
Uno spettacolo che si annuncia memorabile e che davvero non si può perdere. E non è un modo di dire.