AtaXia
Oriente Occidente 2005
Random Dance (Gran Bretagna)
Ataxia
Coreografia di Wayne McGregor
Prima nazionale
Concezione e direzione Wayne McGregor
Coreografia Wayne McGregor in collaborazione coi danzatori
Musica originale Michael Gordon, Trance
Registrazione musicale Icebreaker
Stage design Wayne McGregor, Lucy Carter
Direzione luci Alastair Wilson
Luci Lucy Carter
Direzione palcoscenico Richard Eustace
Grafica e video John Warwicker @ tomato
Costumi Ursula Bombshell
Direzione prove Odette Hughes
Gruppo scientifico Rosaleen McCarthy, Philip Barnard, Alan Wing, Alan F. Blackwell, Anthony J. Marcel, Kristen Hollands, James Leach
Danzatori Cécile Feza Bushidi, Claire Cunningham, Khamlane Halsackda, Ngoc Anh Nguyen, Silvia Parmeggiani, Ino Riga, Matthias Sperling, Hilary Stainsby, Antoine Vereecken
Collaborazione Scott deLahunta
Uno speciale ringraziamento a Sarah Seddon Jenner
Spettacolo sostenuto da Art Council England, in residenza a Sadlers Wells e commissionato da Sadlers Wells e PACT Zollverein
durata 60 minuti
Una danza disarticolata, alterata, impazzita e brutale sulla musica originale di Michael Gordon eseguita dal rivoluzionario gruppo inglese Icebreaker.
Pioniere dell'uso dei nuovi media e delle tecnologie digitali sulla scena, il coreografo inglese Wayne McGregor in meno di tre lustri si è imposto all'attenzione internazionale. Giovanissimo, nel 1992, fonda a Londra la Random Dance, anno in cui viene inoltre nominato coreografo residente al The Place. Dieci anni più tardi, nel 2002, la sua compagnia viene scelta per risiedere stabilmente nel più importante teatro londinese, il Sadler's Wells. Oggi trentacinquenne, Wayne McGregor ha conquistato l'Europa, l'Asia e il Nord America con i suoi spettacoli, ha creato per storici e importanti ensemble come la Rambert Dance Company, Shobana Jeyasingh Dance Company, lo Stuttgart Ballet, l'English National Ballet e il Royal Ballet di Londra.
Il segreto del suo successo? Un mix ad alta pressione di professionalità, ricerca, innovazione.
Una qualità unica di movimento distingue il suo vocabolario gestuale dagli autori della sua generazione: nettezza di movimento abbinata a grande velocità, continue disarticolazioni contrapposte a una fluidità che sembra nascere dal 'disossamento' del corpo, danzatori giovanissimi pronti a incarnare il suo stile energico, scattante e mozzafiato. A ciò si aggiunge l'attualissima sperimentazione nell'ambito delle nuove tecnologie applicate alla scena. Sin dal 1997, quando ideò 53 Bytes, una performance agita simultaneamente a Berlino e in Canada e vista dagli spettatori tramite satellite, McGregor ha esplorato le frontiere e le potenzialità dei computer collaborando con esperti di animazione e realizzatori di mondi virtuali in 3D come per Sulphur 16 (1998), lavoro nel quale i danzatori risultavano rimpiccioliti dalla presenza di un gigante virtuale e di tante figure digitali che serpeggiavano tra loro come visitatori di un'altra epoca, o in Aeon (2000) dove paesaggi creati digitalmente trasportavano i danzatori in altri mondi e dimensioni. Tecnologia esplorata anche con modalità differenti come sottolinea Nemesis (2002) in cui l'attenzione si rivolge alla 'macchina', mezzo di estensione delle potenzialità umane, qui incarnata da lunghe protesi metalliche applicate alle braccia dei danzatori, trasformati in androidi sonanti sul palcoscenico.
Con AtaXia, la sua ultima produzione per dieci danzatori della compagnia nata nel 2004, McGregor si spinge a esplorare le neuroscienze. Il lavoro prende le mosse da una ricerca condotta da cinque scienziati del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell'Università di Cambridge sulla atassia e dalla fascinazione del coreografo inglese per l'indagine del rapporto mente/corpo. In gergo medico atassia significa 'mancanza di coordinamento dei movimenti volontari' e nello spettacolo questo si traduce in un'esplorazione del disturbo e della perdita di controllo. Affiancato in fase creativa da Sarah Seddon Jenner, affetta da questo disturbo, McGregor scopre nell'esplorazione della disfunzione nuove modalità di movimento: crea una danza disarticolata, alterata, impazzita e brutale sulla musica originale di Michael Gordon, Trance, eseguita dal rivoluzionario gruppo inglese - unico nella combinazione di strumenti quali fisarmonica a bocca, sax, violini elettrici, chitarre, percussioni e tastiere -, Icebreaker.
Non meno intriganti si presentano l'assetto scenico costruito con le interferenze di computer grafica e i filmati di John Warwicker del famoso collettivo Tomato, così pregnanti e calibrati da condurre nell'universo caotico di una mente che non coordina, e le raffinate luci pensate da Lucy Carter che avvolgono con impeccabile stile la danza e il suo contenuto.
organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto - PAT Ass. Cultura - Comune Rovereto Ass. Cultura - Ministero Beni e Attività Culturali - Regione T-AA - APT Rovereto - MART Centro Internaz. Danza - ASM Rovereto - Cassa Rurale Rovereto