Attenti alle Austriache!
Attenti alle Austriache!
Storia di Oliva e Fannj internate in Italia
di e con Maria Giuliana dAmore
1915, due ragazze trentine nate nellanno 1899, dunque sedicenni al tempo delloccupazione italiana del Trentino (che faceva parte dellImpero Austro-ungarico), si trovano ad affrontare destini comuni. Entrambe internate nel Regno dItalia devono separarsi dai familiari e dalla propria casa.
Gli internamenti dei civili erano provvedimenti che ogni esercito occupante prendeva sospinto dalla paura dellaccerchiamento, dallossessione spionistica, dalla diffidenza per le popolazioni locali. Migliaia di belgi, di polacchi, di ebrei, di ucraini erano stati internati nel 1914; migliaia di trentini e friulani, dimoranti sul fronte italo-austriaco, vengono internati nel 1915. Nel Trentino, gli allontanamenti coatti e le incarcerazioni avvengono talvolta senza un processo e con la vaga accusa (nel caso di internamenti ordinati dal Comando Supremo italiano) di essere austriacanti, spie austriache. Nella maggior parte dei casi gli internati furono liberati solo dopo la fine della guerra.
La storia di Oliva
Oliva, studentessa di Avio, viene incarcerata nel luglio 1915; successivamente è internata a Firenze e, dal marzo al novembre 1916, in Sardegna. Rilasciata, è poi internata di nuovo nel dicembre 1917 a Cusano Mutri, in provincia di Benevento, dove rimane fin dopo la conclusione della guerra. Nel dopoguerra Oliva riprenderà gli studi e si diplomerà maestra. Morirà nel 1966 ad Avio, encomiata per la sua dedizione e il suo lavoro come "maestra, direttrice scolastica e animatrice delle istanze sociali del movimento cattolico"
La storia di Fannj
Fannj lascia con la sua famiglia il paese di Scurelle in Valsugana nel maggio 1916. Dopo essere stata profuga in Sicilia e in Piemonte viene internata a Ventotene, dove rimane fino alla primavera del 1919. Ritornata al paese, Fannj si fece una propria famiglia e morì nel 1940 insieme al suo quinto figlio, all'ospedale di Borgo Valsugana.
Ingresso 5,00
organizzazione: Con il contributo di Provincia autonoma di Trento