Baldina la fata dei fiori
Presentazione in prima assoluta della leggenda
Pubblicata da Marte (Martino) Zeni a Roma nel 1935. Saranno anche esposti circa centocinquanta disegni sulla leggenda realizzati dagli alunni della scuola materna di Brentonico e delle scuole primarie di Brentonico (IV A) e di Mori (II A e II D). Il Coro Anthea ed un coro di voci bianche eseguiranno alcune canzoni per bambini. Sarà anche cantata in prima esecuzione “The song of Fairy Baldina”, originale canzoncina in lingua inglese recentemente ideata e composta sul tema delle leggenda.
La leggenda “Baldina la fata dei fiori” è contenuta in “Leggende delle Dolomiti”, raccolta pubblicata a Roma nel 1935 (Edizioni Generali C.E.S.A.) da Marte (Martino) Zeni (Brentonico 1887, Roma 1970). L’autore specifica nelle note al testo che “la leggenda ha sicuramente origine dagli antichi attributi del Baldo”: la “celebrità per le numerose varietà di fiori alpini e quella per la lana delle sue pecore che dava un filato ricercatissimo”. Mediante lo svolgersi di una storia d’amore tra la bellissima fata “Baldina” ed un pastorello, la leggenda mitizza l’origine dei fiori, che “sarebbero apparsi, prima che altrove, sull’altipiano tra l’Adige e il Garda per poi diffondersi nelle altre montagne”. Il “ritrovamento” di questa leggenda, di cui il Zeni risulterebbe narratore, stimola particolare interesse: si tratta infatti dell’unica leggenda finora conosciuta riguardante Brentonico ed il Monte Baldo che abbia come protagonisti luminose e positive creature arcaiche e mitologiche quali fate, gnomi, ninfe, folletti, fauni, ecc. Tutte le altre leggende finora conosciute relative a Brentonico rappresentano infatti esseri e luoghi oscuri e paurosi (diavoli, streghe, orchi, orridi, burroni, ecc.), elementi senz’altro riconducibili, a detta degli antropologi, allo spirito ed agli obiettivi delle strategie della Controriforma.