Barbablù... (Come un piccolo animale senz'anima)
Teatrincorso
Barbablù... (Come un piccolo animale senz'anima)
Regia e drammaturgia: Elena Marino
Con: Silvia Furlan (Catherine), Martina Scienza (Anna)
Giorgio Maggi (Henriet), Raffaele Eccheli (Poitou)
Collaborazione alla regia: Mara Pieri
Scene: Gabriella Gasperini
Luci: Paolo Dorigatti
Doc. video: Federico Scienza
Produzione: Teatrincorso
Progetto Contemporanea Teatri
con il contributo di Provincia Autonoma di Trento, Università degli Studi di Trento Opera Universitaria di Trento C.U.C. - Trento
Spettacolo consigliato a un pubblico adulto
Il 19 dicembre a Trento presso il Teatro Cuminetti, debutta la nuova produzione della compagnia trentina Teatrincorso, che dopo due anni di attività prevalentemente dedicata a creare la struttura di Spazio 14, Teatro e Scuola di Teatro, attiva quest'anno anche il Centro di Produzione, con un nuovo lavoro per adulti dedicato a un tema scabroso come Gilles de Rais, alias Barbablù.
Il giovane gruppo trentino propone una storia frantumata in un loop di situazioni quotidiane e bagliori di surreale violenza. Azioni compiute per ferire, segnare, affermare in maniera più o meno palese il dolore, nel suo significato carnale, dissacrante, violento e violatore. Gilles de Rais è figura affascinante, ma è anche emblema dell'orrore, di una crudeltà tragica e perfetta nel suo andare fino in fondo all'assoluta violenza. Eppure, il male che emerge nell'ambiente che lo circonda, nelle persone che per amore o per interesse gli stanno accanto, è forse ancora più forte, ancora più pericoloso, ancora più tagliente di quello del 'mostro' stesso, perché legato al quotidiano, al vivere di gente 'normale', vicino ad ognuno di noi.
Personaggio della Francia nel XV sec. molto studiato in epoca moderna, al quale anche Bataille ha dedicato un libro, Gilles de Rais è descritto orgoglioso e bellissimo, amante delle arti e della musica, celebrato compagno di battaglie di Giovanna d'Arco, profondamente cristiano, potente e ricchissimo. Personaggio che nel corso di dieci anni, con l'aiuto dei suoi servi Henriet e Poitou, violentò, torturò e uccise più di 200 bambini, soprattutto maschi, compresi tra i 6 e i 18 anni. Ragazzini dalla cui bellezza e capacità di provare dolore, Gilles de Rais era - come lui stesso confessò - irresistibilmente affascinato. Solo una straordinaria capacità di cantare poteva salvare le vittime dalla morte - come accadde a quello che poi divenne uno dei suoi servi e complici, Poitou. Sotto processo nel settembre 1440, Barbablù confessò dettagliatamente tutti i suoi crimini. Scomunicato e condannato a morte per i reati di sodomia, pedofilia, omicidio ed eresia (si diceva che spesso evocasse il diavolo nel corso dei suoi festini), fu giustiziato insieme ai suoi servi il 26 ottobre 1440. Teatrincorso intreccia la vicenda di Gilles de Rais e la nota fiaba del Castello di Barbablù, le cui numerose versioni nel folklore europeo pare derivino dalla realtà storica di Gilles de Rais. George Steiner utilizzò proprio la favola di Barbablù come un simbolo dell'incolmabile distanza fra le dichiarazioni di elevata moralità dell'Occidente e la sua pratica della tortura, del pogrom, del massacro.
Lo spettacolo, dal titolo "Barbablù...(come un piccolo animale senz'anima)" non mette in scena il 'mostro', ma punta l'attenzione sulle complicità che proliferano intorno al male e alla violenza. Non parla di pedofilia, ma di come ognuno di noi, nei piccoli compromessi quotidiani, negli intrecci più familiari e 'normali', possa essere segnato dalla violenza e dalla distorsione della realtà provocata dal dolore che la violenza genera. La stessa porta vietata della favola diventa simbolo di un confine materiale di cui tutti noi vorremmo disporre, un limite rassicurante e concreto tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è 'altro' incontrollabile e un 'noi' perfettamente inserito nello spettacolo della normalità quotidiana...
Info e prenotazioni:
presso Spazio 14 tel. 0461/261958
email info@spazio14.it
Internet www.spazio14.it
Confermando lo stile delle ultime produzioni, Teatrincorso sceglie di lavorare con immagini forti ed evocative, ma anche con un testo costruito come meccanismo portante dello spettacolo, lasciando che la visionarietà delle situazioni diventi inquietante sia sotto il profilo della parola, sia sotto quello dell'immagine.
organizzazione: Teatrincorso