Benvenuto Benvenuti. Dal vero al simbolo. 1881-1950

Mostra

Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ha recentemente acquisito gli archivi di Vittore Grubicy e di Benvenuto Benvenuti. Si tratta di materiale di grande interesse storico-artistico - lettere, libri, scritti autografi, periodici e fotografie - che servirà ad approfondire gli studi su questi due importanti personaggi. La mostra si inserisce in un percorso storico-artistico iniziato dal Mart con la grande mostra sul Divisionismo Italiano del 1990, le due importanti esposizioni di Segantini (Giovanni Segantini, 1987; Segantini. La vita, la natura, la morte. Disegni e dipinti, 1999) e con l’esposizione dedicata a Fornara (Carlo Fornara, 1999).

La mostra offre una ricostruzione che documenta scientificamente i diversi momenti del percorso artistico di Benvenuto Benvenuti. I dipinti e i disegni sono stati individuati secondo il criterio della qualità, tra quelli appartenenti a musei e raccolte pubbliche e collezioni private, prima tra tutte quella della famiglia Benvenuti. Non mancheranno opere poco note o mai viste.

La crescente rivalutazione del Divisionismo italiano quale esperienza artistica di avanguardia europea, dopo aver indotto allo studio e al recupero filologico della generazione dei maestri, da Giovanni Segantini a Giuseppe Pellizza da Volpedo, da Emilio Longoni ad Angelo Morbelli, si allarga oggi a quella degli allievi.

Benvenuto Benvenuti - dopo i corsi con Lorenzo Cecchi a Livorno, a contatto con gli ambienti post macchiaioli - fu affascinato dalla pittura divisionista, alla sperimentazione della quale giunse all’inizio del secolo scorso. L’incontro con il pittore e critico milanese, Vittore Grubicy De Dragon, che della nuova tecnica era stato divulgatore colto e appassionato fin dalla metà degli anni Ottanta, si rivelò determinante per l’orientamento delle scelte artistiche e personali del giovane Benvenuti, che da quel momento si dedicò a una sperimentazione del divisionismo personale e inconfondibile, nutrita dai suggerimenti di Grubicy, ma nel contempo contraddistinta da un’accezione formale e da un repertorio tematico autonomi. Durante i frequenti periodi di lavoro trascorsi a Milano effettuò proficue esperienze nel settore del design collaborando alla ditta di ebanisteria di Eugenio Quarti, protagonista della stagione del Liberty italiano. I contatti con la metropoli lombarda si protrassero fino al 1920, anno in cui Grubicy morì, investendo Benvenuti della sua eredità spirituale come una sorta di figlio adottivo. Il profondo dialogo tra i due artisti resta documentato dal cospicuo epistolario confluito nell’Archivio Grubicy. Benvenuti inoltre partecipò alle rassegne dei pittori italiani divisionisti all’estero organizzate dalla Galleria di Alberto Grubicy, fratello di Vittore, nelle quali esponevano anche Gaetano Previati e Carlo Fornaia; dopo la Prima Guerra Mondiale, trasferitosi definitivamente a Livorno, si intensificarono i suoi contatti con l’ambiente culturale cittadino, in particolare con il "Gruppo Labronico" e con la Galleria Bottega d’Arte, dove nel 1923 allestì la sua più importante mostra personale. Le successive rassegne, a Milano presso la Galleria dell’Esame (1933) e la Galleria Scopinich (1935) misero in luce anche la notevole produzione grafica del maestro livornese.

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale, comprendente testi di Sergio Rebora, Paola Pettenella e Francesca Velardita.


organizzazione: MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea - collaborazione di Comune di Livorno