Bob Geldof in concerto

Bob Geldof è nato nel 1954 a Dublino in Irlanda. Nel 1975 ha fondato il gruppo punk dei Boomtown Rats. In questo periodo la sua musica oscilla fra l’aggressività e l’energia di brani come "Looking after N.1" e brani più sofisticati ma ancora provocatori come "I dont’like Monday". Il gruppo ottenne un buon successo in Gran Bretagna, senza mai sfondare realmente negli Stati Uniti. Nell'autunno di 1984, Geldof vide un documentario della BBC sulla povertà in Etiopia e questo lo spinse a realizzare un singolo "Do they know it’s Christmas". Riuscì a raccogliere tantissime star della musica britannica sotto il nome di Band Aid e il brano divenne il più venduto della storia in Inghilterra.
Michael Jackson e Lionel Richie ripercorsero la stessa strada l’anno seguente negli Stati Uniti con "We are the world". Da allora Geldof fu coinvolto nei programmi per quell’ eccezionale concerto di beneficenza che divenne Live Aid, che si svolse il 13 giugno 1985 in contemporanea al Wembley Stadium di Londra e al JFK di Filadelfia, con la presenza praticamente di tutti i più grandi artisti pop e rock del mondo. In tal modo si poterono raccogliere somme ingentissime a favore delle popolazioni africane.
Geldof venne proposto per il premio Nobel e la sua autobiografia divenne un best seller in Gran Bretagna.
Nel 1986 i Boomtown Rats si sciolsero e Geldof cominciò la carriera di solista.
La sua vita, come dice lui stesso, è simile a quella di un personaggio di una tragedia greca, fatta di successi e tragedie, amori finiti in maniera drastica, momenti di felicità e improvvise ricadute nella solitudine. Poeta, genio, politico, celebrità, guru, santo e maledetto come il suo destino. Negli ultimi cinque anni si è impegnato a superare l’ultima crisi definitiva, culminata nella tragica morte dell’ex moglie, suicidatasi l’anno scorso dopo la scomparsa di Michael Hutchence degli INXS , lasciando a Geldof tre figlie e una bambina avuta dal cantante australiano. Vinto il dolore, Bob Geldof ha finalmente ritrovato l’istinto di fare musica. E lo ha fatto scrivendo canzoni che mettono a nudo la sua anima, mostrando con grande coraggio tutta l’inquietudine, la rabbia, il dolore, ma anche la speranza che hanno segnato gli ultimi cinque anni della sua vita.
Il titolo dell’album è Sex, age and death.
A proposito di queste canzoni e della scelta di esibirsi in teatro Geldof ha dichiarato recentemente: "Le canzoni dell’album sono tutte molto personali per questa ragione vorrei suonare nei teatri. Solitamente in una performance devi esternare quello che senti, ma questa volta ho bisogno dell’opposto, di una grande intimità. Ho bisogno di un palco dove la gente stia seduta e dove io non posso vedere chi c’è. Devo sentirmi da solo".