Boyakodah

Danza

Oriente Occidente 2006
Danza

Compagnie Georges Momboye (Costa d’Avorio)
Boyakodah
Coreografia di Georges Momboye
Prima nazionale

Coreografia Georges Momboye
Assistente alla coreografia Saul Dovin
Disegno luci Valentin François Eric e Frédéric Poullain
Regia luci Frédéric Poullain
Ideazione costumi Marcus Erica-Ann
Regia suono Donatien Pierre
Regia Ferdinand Bauginard
Amministrazione Muriel Adolphe
Promozione Catherine Herengt
Musicisti Thomas Guei, Bi Djo Emile Djozie, Amen Viana, Bachir Sanogo
Danzatori Aissata Kouyate, Georgette Louison Kala Lobe, Fatou Sylla, Stefanie Batten Bland, Leïla Pasquier, David Gaulein Stef, Léopold Gnahore, Jean Kouassi, Bilé N’Draman, Louis Pierre Yonsian

Spettacolo creato al Théâtre Romain Rolland de Villejuif, coprodotto
da Théâtre Romain Rolland de Villejuif, Centre Culturel des Bords de Marne, Le Perreux con il sostegno del Conseil Général du Val de Marne, Théâtre Silvia Monfort, Biennale Nationale de Danse du Val de Marne, Spédidam

La partecipazione di Compagnie Georges Momboye
a Oriente Occidente è sostenuta da Culturesfrance

durata 80 minuti

Boyakodah (nel linguaggio della Costa d’Avorio dell’Ovest significa “felicità in guerra”) è un omaggio alla creazione dell’uomo e alla capacità del Creatore di poter optare per la sua felicità

Alla ricerca della felicità
Grande suscitatore d’entusiasmi e trascinatore di folle internazionali, Georges Momboye gode, con la presentazione di ben due spettacoli, di un trattamento speciale in quest’edizione dedicata all’Africa di Oriente Occidente. D’altra parte nessuno meglio di lui sembra incarnare oggi il prototipo del danzatore-coreografo africano “globalizzato” che facendo tesoro di molte e diversificate esperienze nel mondo occidentale non solo le ha metabolizzate ma rimesse in circolazione assieme alla sua eredità culturale d’origine per conquistare una levigata cifra stilistica dai mille sapori, diretta a un pubblico che di solito s’innamora della sua Compagnia a prima vista.
Nato nella Costa d’Avorio e dotato di uno spiccato talento coreutico, Momboye non faticò a emergere; divenne insegnante di danza africana alla giovanissima età di tredici anni, poi se ne andò da Abidijan per danzare nella compagnia di Alvin Ailey a New York e in Francia con Brigitte Matenzi, Rick Odums e Gisèle Houri, spaziando così dal jazz al classico alle varie tecniche della contemporaneità. Georges non si era ancora trasferito in Francia, come avrebbe fatto in seguito per formare la propria compagnia quando l’Unesco gli commissionò una prima coreografia in quanto esponente tra i più affermati di una nuova danza africana. Egli la intitolò La Pace, radunando sulla scena ben cinquanta danzatori del Continente Nero e il successo fu tale da indurlo al grande passo: nel 1992 fondò in Francia un gruppo che tuttora porta il suo nome, composto da danzatori, musicisti e cantanti provenienti per lo più dai balletti nazionali africani di Costa d’Avorio, Camerun, Guinea e Senegal.
Sempre ispirato dalla foga e bellezza della tradizione coreutica africana Momboye creò una prima pièce destinata all’infanzia, Djelaouli Zaouuli che a Grasse nel 1993 ottenne il primo premio dall’associazione Tradition Afrique Orientale, quindi proseguì il suo inarrestabile cammino con: Au commencement était le Tambour (1994), Kamanda, qu’en penses-tu? presentato alla Biennale Danza di Lione dedicata all’Africa, Waatisera, il est Temps de… (1998), Adjaya, Tahaman, piccola pièce per nove danzatori basata sul dialogo tra la danza africana e l’hip hop (2001). M’Ban Yoro, un assolo di cui lui stesso è interprete, passò con successo anche al Sadler’s Wells di Londra ed è sempre richiesto nelle tournée internazionali. Infine ecco Boyakodah: pièce per quattordici tra danzatori e musicisti, che anticipa l’ingresso di Momboye nel cuore colorato, ostico e soprattutto russo-europeo dei Ballets Russes (Prélude à l’Après-midi d’un Faune e Le Sacre du Printemps).
Nato nel 2004, Boyakodah (nel linguaggio della Costa d’Avorio dell’Ovest significa “felicità in guerra”) è un omaggio alla creazione dell’uomo e alla capacità del Creatore di poter optare per la sua felicità. È una danza caratterizzata da passi fortemente ritmici e non, da melodie e dal loro contrario: una vera piramide che affastella movimenti di tutto il corpo e delle sole mani, elementi tecnici e gesti quotidiani in uno spazio totalmente fisico, baciato da luci importanti, quasi carnali. Momboye si avvale di due oggetti simbolici: il mortaio e il pestello, simbolo sessuale della complementarietà, della procreazione, della forza e dell’armonia e nel suo spettacolo cerca un punto d’equilibrio tra presenza e assenza, pause ed esplosioni per evocare l’aspirazione alla felicità e al piacere.

Marinella Guatterini


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto - PAT Ass. Cultura - Comune Rovereto Ass. Cultura - Ministero Beni e Attività Culturali - Regione T-AA - APT Rovereto - MART Centro Internaz. Danza - ASM Rovereto - Cassa Rurale Rovereto