Braccianti. La memoria che resta
Trento Oltre
La Stagione di Teatri Possibili con il Centro S. Chiara
La stagione Trento Oltre inaugura il 2009 con uno sguardo al mondo della lotta contadina: lo spettacolo Braccianti di Armamaxa Teatro in scena al Cuminetti di Trento giovedì 8 gennaio.
La società italiana è stata sempre tradizionalmente contadina. Solo negli ultimi decenni lindustrializzazione ha trasformato profondamente gli usi e i costumi della nostra gente. Eppure ancora oggi tanto di quello che siamo è legato a quando a lavorare nei campi cerano i nostri padri. Lo spettacolo di Armamaxa riflette sulla memoria che resta, perché solo conoscendo il passato si può affrontare il futuro con consapevolezza.
Compagnia Armamaxa teatro
Braccianti
La memoria che resta
di e con Enrico Messina, Micaela Sapienza
disegno Luci Francesco Collinelli
progetto e coordinamento Enrico Messina, Giovanni Rinaldi, Federico Toni
liberamente ispirato a "La memoria che resta. Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia" di Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero. [I ed. 1981, n.e. Ed. Aramirè, Lecce 2004].
La memoria, il suo uso e la sua costruzione continua sono una proposta culturale: poiché non sono solo una battaglia per il recupero di carte scritte e cose antiche, ma aggregazione di uomini e di fatti per la costruzione di nuovi uomini e di nuovi fatti.
Braccianti viaggia nel passato, nella fatica di quando si lavorava da sole a sole fino a squarci odierni, a quei nuovi braccianti a colori, venuti dalla miseria di altre parti del mondo.
Nello spazio vuoto del palcoscenico poche sedie e, sul fondo, un grande velo bianco dove sono proiettate immagini che prendono vita dai gesti degli interpreti: volti, mani, stalle, strade, campi, vigne, povere stanze dove il ritratto di Giuseppe Di Vittorio, luomo che fece della lotta contadina il proprio credo, affianca una grande icona di Cristo. E la terra, quella terra che inghiotte e prosciuga le forze, torna nelle voci, nei racconti, nelle parole dei testimoni di allora.
Un paesaggio umano dal quale emergono gli attori, che da narratori si trasformano in dettagli, in elementi che evocano lemozione di un mondo, ad aprire la porta della riflessione su quello che siamo, sul passato che ci portiamo denso o negato dentro.
Era la stagione delle lotte contadine, delloccupazione delle terre, della Riforma Agraria. Lentusiasmo e il dolore dello scontro. E subito dopo il sapore amaro di una sconfitta inattesa, perché la riforma era stentata, parziale, stravolta. E la terra ottenuta, tre ettari di pietraie quasi sempre, non bastava; e bisognava partire, andare via. I cortei di contadini a cavallo, fanfare in testa e bandiere in mano, lasciavano un po alla volta il posto alle lunghe file di emigranti nelle stazioni. I treni per le fabbriche: Torino, Milano, la Svizzera, la Germania
il paradiso.
Il teatro, così effimero, si fa carico, di costruire memoria: lo sfruttamento passato che, in altre forme, si ripropone oggi; echi della storia tra paure e ribellioni, durezze, sogni e solidarietà.
cassa del Teatro Auditorium dal lunedì al sabato ore 10.00-19.00
cassa del Teatro Sociale dal lunedì al sabato ore 16.00-19.00
cassa de Teatro Cuminetti da un'ora prima dell'inizio dello spettacolo
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Teatri Possibili Trento