Budapest 1956. La macchina del fango

Convegno

Il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizza a Trento, mercoledì 11 aprile, alle 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito Budapest 1956. La macchina del fango. Intervengono Marco Boato, Giuseppe Ferrandi e Fernando Orlandi .

La prima grande insurrezione contro il sistema sovietico dopo la fine della Seconda guerra mondiale si consumò in Ungheria tra il 23 ottobre e il 4 novembre 1956. Di quel lontano episodio sono noti pressoché tutti gli sviluppi: dalla scintilla accesa con le manifestazioni studentesche a Budapest alla prima repressione all’alba del giorno successivo, dai vacillanti governi guidati da Imre Nagy al “fraterno” intervento dell’Armata Rossa.
Nel recente La rivoluzione globale (Einaudi, 2012) Silvio Pons mette in risalto quanto pesarono nella decisione sovietica di intervenire in Ungheria le valutazioni di Mao Zedong e Palmiro Togliatti: “Sebbene l’influenza di Togliatti non fosse pari a quella di Mao, la pressione congiunta dei due più importanti leader del movimento comunista internazionale in Europa e in Asia non aiutava certo la ricerca di un compromesso”.
Attorno a Mosca si compattò non solo l’intero blocco dei paesi socialisti, ma anche i partiti comunisti di tutto il mondo, Partito Comunista Italiano compreso.
L’atteggiamento del PCI fu decisamente intransigente, non solo sostenendo l’intervento militare sovietico che debellava la “controrivoluzione”, ma, come ha osservato Paolo Mieli, avviando “un’opera di capillare disinformazione – tacendo alcuni fatti, falsificandone o distorcendone altri – organizzata con la complicità di tutte le sue più autorevoli testate”.
Ricostruisce questa pagina di storia del comunismo nel nostro paese Alessandro Frigerio, in Budapest 1956. La macchina del fango (Lindau, 2012).
Attingendo alle pagine dell’Unità e di periodici del Partito quali Rinascita, Vie Nuove e molti altri, Frigerio ricostruisce in questo libro la “macchina del fango” allestita a Botteghe Oscure, evidenziando non solo i dispositivi concettuali che la resero così efficiente ma anche il costante alimento fornito dal conformismo dottrinale di direttori, giornalisti e intellettuali di partito, pronti a mettere l’ideologia al servizio della delegittimazione della rivoluzione. Il risultato è una sorta di antologia di diffamazioni gratuite su fantomatici infiltrati reazionari alla guida della rivolta, di falsità spudorate sui crimini della “controrivoluzione”, e di infinite altre accuse.
Si discute di questi temi e del volume di Alessandro Frigerio nell’incontro-dibattito Budapest 1956. La macchina del fango, organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale. L’incontro-dibattito si terrà a Trento, mercoledì 11 aprile, alle ore 17,30 nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (via Roma, 55). Intervengono Marco Boato, Giuseppe Ferrandi e Fernando Orlandi.

Alessandro Frigerio è consulente editoriale e giornalista freelance. Attualmente dirige la webzine Storia in Network. È coautore (con Paolo Avanti) di A cercar la bella destra. I ragazzi di Montanelli (Mursia 2005) e di Reduci alla sbarra. 1949: il processo D’Onofrio e il ruolo del PCI nei lager sovietici (Mursia 2006).

Alessandro Frigerio, Budapest 1956. La macchina del fango (Lindau, 2012, pp. 256, euro 21,00)

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.


organizzazione: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale