Buren Cirque

Danza

Prima Nazionale
Compagnie Etokan associé-e-s Francia

Peculiari caratteristiche donano al circo affinità con il nostro tempo. La sua maniera altra di fondare e abitare lo spazio, il suo nomadismo, il suo legame antropologico con le nostre origini animali, il suo essere mondiale rendono l'arte circense un territorio d'indagine affascinante. Ma è soprattutto la capacità di mettere al centro il corpo ciò che più avvicina l'arte circense alla nostra sensibilità. Nel circo l'elemento corpo si fa carico di un discorso audace ed estremo: la sfida al pericolo.
Sfida che Dan Demuynck ben conosce nella sua pluriennale esperienza di co-fondatore della Compagnie Foraine, una delle più significative realtà circensi francesi che si è nutrita, negli anni, dell'apertura a nuovi orizzonti come l'arte plastica e la letteratura. Significative le loro collaborazioni con artisti della corrente dell'arte povera come Carlo Quartucci, Carla Tatò, Yann Kounellis e della Zattera di Babele. Una ricerca di relazioni trasversali che senza perdere i codici tradizionali del circo esplora territori dell'arte contemporanea.
Nulla però a che vedere con la tendenza estetizzante del nuovo circo, da un decennio dilagante in Francia, come dichiara Dan Demuynck: «Noi non facciamo parte del nuovo circo. Sono convinto che nessuno degli artisti con i quali lavoriamo avrebbe accettato di collaborare con il nuovo circo, perché è una forma ibrida, debole. Molti sono attirati dalla poesia del tendone, ma da quando ne possiedono uno lo trasformano in teatro ambulante. Siamo in pochi oggi ad aver scelto il circo per esplorare il cerchio, la pista e il tendone. Gli artisti plastici dividono con noi questa ricerca e in nessun momento provano a trasformare il tendone in un teatro all'italiana o in un podio».
Attualmente la Compagnie Foraine non esiste più, Dan Demuynck ha scelto un proprio percorso di ricerca concretizzatosi nella fondazione di Etokan associé-e-s .
Buren Cirque è l'ultima creazione di Dan Demuynck, firmata con il figlio Fabien e l'artista-scultore Daniel Buren, già suo collaboratore nel precedente lavoro Et Qui Libre? realizzato in seno alla Compagnie Foraine. Secondo un percorso di continuità con il passato, di confronto tra le arti plastiche e tutte le discipline dell'arte circense, Buren Cirque "mette in pista" un circo immaginario dove coabitano un insieme di solisti di numeri classici (giocolieri, trapezisti, clown, animali) e una relazione spaziale del tutto nuova creata da Daniel Buren.
L'artista prende in esame la circonferenza del tendone per entrarvi con le sue opere non come in un semplice spazio espositivo, ma per abitarlo e condividerlo insieme agli altri cercando di fornire allo spettatore una molteplicità di punti di vista. «Creo e gioco - dichiara Buren - sul confronto tra dentro-fuori, davanti-dietro, su quello che si vede e che non si vede. La relazione tra chi guarda e l'opera esposta è completamente ribaltata: non ci sono più uno o due punti di vista fissati a priori, ma una moltitudine di punti di vista senza gerarchia che si rispondono, si intrecciano, si arricchiscono l'un l'altro. È il punto di vista scelto dallo spettatore a definire quello che lui stesso andrà a vedere».
Vero e proprio territorio di confronto con Buren Cirque il tendone si trasforma in un luogo in cui il profano si mescola con le tendenze caotiche e multiformi dell'arte contemporanea

COMPAGNIA: Compagnie Etokan associé-e-s Francia


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