CID Cantieri
Oriente Occidente
Spettacoli
Il CID, da sempre attento alla formazione, alla produzione e alla promozione della danza, punta al supporto e alla valorizzazione di tre nuove creazioni di altrettante Compagnie di danza trentine: Artedanza, Collettivo Clochart e Macelleria Ettore/Sanpapié.
Dopo il periodo estivo di creazione al CID di Rovereto, le Compagnie presentano i loro lavori inediti nella cornice del Teatro Cuminetti in stretta collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara.
Compagnia Artedanza
E.M Discrasia tra Corpo e Anima
Prima Nazionale e Coproduzione del Festival
Coreografia e regia Fabrizio Bernardini
Performance teatrale Andrea Franzoi
Testi Michela Fedrizzi
Luci Alice Colla
Assistenti di produzione Silvia Filz e Paola Garofalo
Danzatori Fabrizio Bernardini, Massimo Di Benedetto, Erica Huez, Daniela Lazzizzera, Camilla Spagni, Valentina Spagni
Coprodotto da Festival Oriente Occidente
Durata 45
Prima nazionale e coproduzione del Festival
www.artedanzatrento.it
Rilettura in chiave moderna del coreografo Fabrizio Bernardini di the Elephant Man, opera
toccante e intensa del regista David Lynch. Lo spettacolo mette in scena un inno alla tolleranza e allumanità, valori universali troppo spesso prevaricati da chi sa solo apprezzare e giudicare lapparenza. La performance porta lo spettatore dentro la vera storia di John Merrick, noto come the Elephant Man, attraverso un viaggio oltre le apparenze e oltre il superficiale, per scoprire che il male risiede in una società che ha paura e non sa accettare il diverso. Cè chi nasce diverso e chi decide di esserlo
in entrambi i casi resta ai margini della società,è giusto così? John Merrick è la metafora di quanto possa essere crudele il genere umano.
Clochart
Animali
Prima Nazionale e Coproduzione del Festival
Coreografia Mariapia Di Mauro
Regia Michele Comite
Scene Sergio e Mattia Debertolis
Luci William Trentini
Musica Luca Fronza
Danzatrici Chiara Pedron, Luanna Molinari
Crediti Massimo Giovannini
Coprodotto da Festival Oriente Occidente
Durata 35
Prima nazionale e coproduzione del Festival
" Temo che gli animali vedano nell'uomo un essere loro uguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l'animale delirante, l'animale che ride, l'animale che piange, l'animale infelice. "
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, 1882
Partendo dalla filosofia degli istinti di Friedrich Nietzsche, la performance indaga sul tema dellistinto. Esso può apparire più vero perché più primordiale, ma di per sé listinto non racchiude tutta la complessità della specie umana come invece avviene per quella animale. È inutile illudersi che una vita istintiva sia da considerarsi più felice di una vita riflessiva o etica. Quando lo è, lo è alla maniera animale, cioè in forme del tutto inconsce. Lanimale non si chiede come dover essere felice. Ogni qualvolta lessere umano vuol porre listinto in antitesi alla ragione cade in una contraddizione insolubile, poiché il voler porre qualcosa contro qualcosaltro fa già parte di unoperazione della coscienza razionale. Il non rendersi conto di questo, porta luomo a non vivere i propri istinti.
Sanpapié/Macelleria Ettore
Sdegno | studio 0.1
Prima Nazionale e Coproduzione del Festival
Coreografia e interpretazione Lara Guidetti
Musiche Carlo Boccadoro
Luci Alice Colla
Scene e costumi Maria Paola Di Francesco
Regia Carmen Giordano
Collaborazione Trento Spettacoli
Coprodotto da Festival Oriente Occidente
Durata 40
Anteprima e coproduzione del Festival
www.sanpapie.com
Sdegno è uno spettacolo sulla nostalgia della bellezza. Un silenzio per unassenza. Perché non si può chiamare qualcosa che non viene da solo, qualcosa che se nè andato nel momento esatto per restare eterno. Entrare nella bellezza è un tuffo e a romperla ci vuole un istante. Basta distogliere lo sguardo, non fare
attenzione. Lo sdegno è non capire perché. Mentire al corpo. Farsi tanto male da scoprire quanto si desidera vivere. Mi sdegno quando non capisci la mia bellezza e la neghi. Lo sdegno è personale, solo. Una condizione comune e sotterranea. Ognuno è solo col suo sdegno. Lo sdegno è un solo. Lo sdegno ci obbliga a una pausa, a chiederci: perché? È una spinta. Non è un sentimento rassegnato. La bellezza vale sempre la pena. Quando cè, non puoi non vederla. La bellezza non ha tempo, lo sdegno sì. Informazioni, esperienza, vita. Cresce man mano che incontri la bellezza. Si mette a fuoco solo da un certo punto in poi: era rabbia e sarà rassegnazione. Ora è sdegno. Un passaggio delletà.
organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto