Cadorna e la Grande Guerra
Un uomo rigido, autoritario, caparbio e ostinato. Nei manifesti alla popolazione si firmava “Conte gen. cav. Luigi Cadorna” e andava fiero di essere il figlio del generale che comandò l'esercito a Porta Pia. Lo Statuto del regno riservava il comando supremo delle truppe al Re, ma Luigi Cadorna pose la condizione di essere lui il capo supremo e Vittorio Emanuele II non si oppose.
Oggi in Italia vie e piazze lo ricordano, ma il gen. Cadorna - il generale della Grande Guerra - non lo meriterebbe a detta degli storici più attenti come Sergio Tazzer giornalista e saggista e lo scrittore Ferdinando Camon, che per primo in Italia ha posto la questione di rinominare le piazze a lui intitolate. Per loro, bisognerebbe rivedere la toponomastica (come ha fatto la città di Udine) e ricordarlo come un cinico che mandò i soldati al fronte come carne da macello allestendo un esercito improvvisato con ufficiali formati durante corsi “accelerati”. Muove su queste considerazioni la conferenza che il Comune di Rovereto ha organizzato in occasione della ricorrenza del 4 novembre 2017, e in concomitanza del centenario di Caporetto chiamando proprio lo scrittore Ferdinando Camon e Sergio Tazzer autore di numerosi libri - tra questi “Banditi o Eroi?” (ed. Kellerman Vittorio Veneto). L'incontro si terrà il 9 novembre 2017 a Rovereto, nella sala Conferenze di Fondazione Caritro (ore 18).
Tazzer e Camon parleranno proprio del “caso” Cadorna e di un capitolo di storia da riscrivere.
La conferenza-dibattito dal titolo eloquente “Eroi o presunti tali” (perchè ci furono anche i veri eroi e coloro che comprendevano i rischi a cui l'esercito italiano andava incontro), sarà moderata dalla giornalista Linda Stroppa e vuole rileggere pagine di storia intrise di narrazioni quasi mitologiche spesso sbilanciate o ancora intrise delle retorica post-bellica.
Collabora all'iniziativa la Biblioteca Civica di Rovereto.