Cani Futuri di Paolo Dalponte
Dopo la serie dedicata alle pipe, al caffè, agli attrezzi da cucina, ai funghi – per elencare solo alcuni dei soggetti reinterpretati da Paolo Dalponte – ecco la serie dedicata ai cani, ventotto disegni ad acrilico che danno corpo alla mostra «Cani Futuri» allo Spazio FoyEr.
«Tra i cambiamenti rapidi e talvolta curiosi della nostra società, l’ampia diffusione e il grande amore per i cani riveste senza dubbio una certa importanza» dichiara l’artista trentino che, assecondando la sua vena surrealista, si è divertito nell’interpretare l’animale da sempre considerato il miglior amico dell’uomo. «I cani di questa serie hanno assorbito i desideri dei loro proprietari e si sono modificati per questo in razze curiose» aggiunge, sottolineando come questa mostra, seppur con la con la leggerezza che contraddistingue l’arte di Paolo Dalponte, vuole in parte far riflettere su alcuni atteggiamenti umani nei confronti dei cani. Con ironia Dalponte parte dunque dalla forma del cane per poi, anche in base al carattere e all’attitudine dell’animale, trasformarla in chiave simbolica, «surrealista ma senza estremizzare nell’automatismo psichico» precisa l’artista. E poi, come si legge sfogliando il catalogo, si diverte a costruirci attorno una storia. Ad esempio il Mastino di Scozia mostra il manto sui toni del blu e del verde di un tradizionale tartan: «frequentatore immancabile dei green scozzesi è sempre visto con una certa simpatia dagli impettiti golfisti locali, forse perché il Mastino di Scozia prova un irrefrenabile bisogno di recuperare le palline disperse dopo i tiri più maldestri». Il Bassotto acrobata è disegnato su improbabili trampoli, mentre il Segugio infallibile è nella classica posa da ferma e il muso con mirino puntato verso il bersaglio. Che il Pinscher sia un cane di piccola taglia si sa, ma per Paolo Dalponte può esserci anche una versione portatile, munita cioè di comoda maniglia, per evitare ai padroni di perderlo durante le passeggiate. Anche questi cani futuri, così com’è per tutti i suoi disegni, sono realizzati con molta precisione, perché anche la perfezione dell’esecuzione serve per attirare l’attenzione, per muovere la curiosità e le riflessioni nell’osservatore. Come per tutte le sue serie, anche questi sono disegni iconici che risaltano su un fondo bianco e senza ombra portata.
Paolo Dalponte, nato a Poia di Lomaso, dopo il diploma all’Istituto Statale d’Arte di Trento dalla metà degli anni Settanta s’interessa di pittura ad olio ed una decina di anni dopo anche di grafica. Ha fatto parte dello Studio d’Arte Andromeda di Trento occupandosi di grafica umoristica ed è socio dell’associazione di artisti trentini La Cerchia. Ha tenuto numerose esposizioni personali in Italia e all’estero (Trento, Bologna, Innsbruck, Lussemburgo, Novy Jicin-Rep. Ceca, Novellara, Istanbul, Tehran, Soncino, Caldaro, Milano, Bribaudon-Francia), l'ultima quest'anno a Praga dedicata alle Wunderkammern e ha ricevuto importanti riconoscimenti (Belgrado, Antalya-Turchia, Kaliningrad-Russia, Marostica, Bordighera, Presov-Rep. Slovacca, Iran, Pechino, Odessa-Ucraina, Surgut-Siberia Yerevan-Armenia). Ha collaborato con Edizioni Rendena, Akena, Edizioni Curcu e Genovese, Plusco. Tiene corsi di disegno a matita e pittura ad olio sia per bambini che per adulti.