Capolavori della Mente: creatività, cognizione ed emozione nelle opere delle collezioni Mart

Convegno

Qual è la natura dell’arte e perché, da secoli ed in tutte le culture, l’uomo continua a produrla? Cos’è e come si riconosce lo stile? Come mai alcune opere vengono riconosciute per millenni quali capolavori ed altre invece no? Perché l’arte ha il potere di farci provare emozione? Nel cercare una risposta a queste domande fondamentali per la ricerca artistica, possiamo rivolgerci alle scienze cognitive e al loro significativo contributo. Per chiarire alcuni dei meccanismi fondamentali che sottendono la creazione e la fruizione delle opere d’arte, il Centro Interdipartimentale Mente Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento e la Sezione Didattica del MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e del Comune di Rovereto, hanno dato il via ad un progetto dal titolo “Capolavori della Mente: creatività, cognizione ed emozione nelle opere delle collezioni Mart”, che si inserisce in un filone di ricerca interdisciplinare volto ad investigare le opere d’arte attraverso la metodologia delle scienze cognitive. Un nuovo approccio all’indagine artistica, reso possibile dai potenti avanzamenti tecnologici per lo studio del cervello, che modifica radicalmente il rapporto tra arte e scienza, come è stato inteso per secoli, e che fornisce agli scienziati nuove opportunità di indagine per scoprire i segreti della percezione.
“L’arte può legittimamente considerarsi come la traccia, visibile e tangibile, di specifici processi cognitivi al lavoro nella creazione e nella percezione dell’arte”, spiega Francesca Bacci, storico dell’arte e responsabile scientifico del progetto. “L’arte pone una sfida alle scienze cognitive perché la sua produzione, che continua ininterrotta da almeno 60.000 anni, non ha lo scopo di assolvere a una funzione necessaria alla sopravvivenza della specie, quanto invece è guidata dalla necessità intrinseca di conseguire un risultato estetico intenzionale, cioè da una vera e propria compulsione a produrla”.

Il progetto.
Le varie fasi del progetto “Capolavori della Mente” prevedono l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI) dei laboratori di neuroimaging del CIMeC per misurare l’attività cerebrale degli artisti durante lo svolgimento di un compito creativo e per valutare l’attivazione delle aree celebrali preposte all’analisi del movimento durante l’osservazione di opere d’arte di diversi periodi (soprattutto del Futurismo), per determinare l’efficacia dei diversi stili artistici. Inoltre, attraverso uno studio comportamentale, si rileverà la percezione di emozioni positive (gioia, contentezza) e negative (tristezza, malinconia) associate all’osservazione di dipinti astratti, confrontando poi questi dati con gli analoghi effetti emotivi sollecitati dalla percezione di volti umani, alla ricerca dei meccanismi comuni che soggiacciono a entrambe queste attività. Infine, si esplorerà l’effetto dell’esperienza e della didattica sull’attività cerebrale di un soggetto che osserva l’arte.
I risultati di questa innovativa ricerca intendono fornire una più approfondita comprensione dell’effetto dell’arte sul pubblico, in modo da consentire un ripensamento delle metodologie espositive non più in base a criteri cronologici o critici, ma in funzione dell’osservatore, in quanto destinatario ultimo dell’opera d’arte”, spiega Francesca Bacci.

Per partecipare come volontario allo studio comportamentale, scrivi a francesca.bacci@unitn.it.

I risultati della prima fase del progetto sulla percezione del movimento verranno presentati al pubblico nel corso di una conferenza tenuta dalla dottoressa Arianna Dalsant e organizzata dalla Sezione Didattica del MART, il 2 marzo alle ore 18.00.

Per informazioni sulla presentazione di Dalsant chiamare il numero 0464 454151.


organizzazione: CIMeC Centro Interdipartimentale Mente Cervello dell'Università di Trento a Rovereto - Sezione Didattica del MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto