Carlo Belli. Disegnoinsegno

Mostra

Carlo Belli. Disegnoinsegno
Disegni e documenti inediti 1920-1960

Rovereto - Galleria Transarte - Via Valbusa Grande 2
15 marzo - 13 maggio 2007
da giovedì a domenica ore 15-19
ingresso libero

Rovereto - Museo Civico di Rovereto - B.go Santa Caterina 41
15 marzo - 13 maggio 2007
da martedì a domenica ore 9-12 e 15-18
ingresso / intero € 3,60 / ridotto € 2,50 e 1,50

Dopo la mostra-catalogo dell’autunno 2005 in cui furono pubblicate 100 opere pittoriche a pastello ad olio eseguite tra il 1925 ed il 1980, Transarte rinnova il proprio impegno nella valorizzazione della produzione artistica di Carlo Belli (Rovereto 1903-Roma 1991), un personaggio che a Rovereto trova i natali, ma la cui riflessione teorica lo posiziona tra i principali referenti per l’Astrattismo in Europa se il suo testo “Kn” viene siglato da Kandinskji “il vangelo dell’arte astratta”. Per questo nuovo appuntamento si presenta una raccolta di circa 200 disegni inediti realizzati tra gli Anni Venti e gli Anni Sessanta. Nell’occasione sarà anche esposto parte del materiale documentario – fotografie e carteggi, anche questi inediti – che troveranno integrale pubblicazione nel prossimo inverno 2008.

Se nella precedente mostra, “Carlo Belli pittore dell’Astrattismo. 100 opere 1925 –1980” si ricostruivano le tappe della formalizzazione dell'arte astratta a partire dall'adesione alla poetica della Metafisica, con “Carlo Belli DISENGNOINSEGNO. Disegni e documenti inediti 1920 – 1960” si intende dare visibilità e chiave di lettura a quella produzione di nichhia, bozzetti e disegni, in cui si concentra però il mondo poetico di un artista.

Studi per opere pittoriche metafisiche; esercizi didascalici e “di maniera” in cui sperimenta il segno ora di Modigliani e di Savinio, ora di De Chirico e di Klee; ritratti di personaggi noti come Cocteau o Nenni e di “caratteri” come l’attore, il pastore, la signorina borghese; caricature e vignette che attingono al quotidiano della città natale e che vedono protagonisti “il Mona”, “il Signor Distinguo”, “il Giudice Minudice”. Solo in apparenza un indistinto eclettismo; al contrario una perizia tecnica grazie alla quale il segno sa mutare di pari passo con il soggetto.

Grazie alla collaborazione con il Comune di Rovereto ed il Museo Civico di Rovereto, presso lo stesso Museo sarà esposto per la prima volta, a testimonianza dell’impegno per la salvaguardia e lo studio del patrimonio archeologico, il lavoro preparatorio a “Il tesoro di Taras”, il grande volume pubblicato nel 1970 che illustra le raccolte del Museo Nazionale di Taranto: 55 bozzetti di rilievo dei reperti archeologici eseguiti da Carlo Belli negli Anni Sessanta e il menabò per la stampa del volume, illustrato con tavole originali dallo stesso Belli.

«(…) Militavo allora nel Futurismo, con Marinetti e Depero, ma in nome del Cielo, quando il Gran Vecchio bombardava il locale narrando le sue ricerche in Sicilia e in Magna Grecia, allora io stavo a sentire a bocca aperta e non so per quale miracolo la mia provocatoria tensione verso il futuro veniva come frenata da un fluido incantevole che mi legava misteriosamente ad un passato di luce (…)».

Così Carlo Belli (Rovereto 1903 - Roma 1991) - tra i massimi intellettuali del Novecento, giornalista, scrittore, musicista, pittore ed anche archeologo - ricordava Paolo Orsi (il Gran Vecchio) che nella sua Rovereto veniva in vacanza da Siracusa per ritrovarsi, “spiriti affini”, con le “persone più colte e notabili della città”.

Una giovanile memoria attraverso cui è possibile cogliere la misura dell’interesse di Belli per l’Archeologia, in special modo per l’antichità greca e romana. Furono infatti gli incontri con i concittadini Paolo Orsi (uno dei più grandi archeologi italiani a cui si deve l’avanzamento degli studi sulla Magna Grecia) e Federico Halbherr (il più grande antichista italiano dell’Ottocento, oltre che il primo direttore della missione archeologica italiana a Creta), così come con Amedeo Maiuri (uno tra i maggiori archeologi del nostro secolo, ricordato per le missioni archeologiche nell’Egeo, nel Dodecanneso, ad Ercolano e Pompei, a Capri; degli scritti di Maiuri, Carlo Belli curerà nel 1978 un’antologia per la Libri Scheiwiller, il “Mestiere di Archeologo”), ad indirizzarlo verso gli studi delle civiltà remote.

L’interesse per l’Archeologia si traduce ben presto nell’impegno sia letterario (come attestano le numerose pubblicazioni), che pratico (all’insegna di continue frequentazioni con i siti ed i musei delle regioni dell’Italia meridionale, e quindi dello studio per promuoverne la conservazione e la valorizzazione); al punto che nell’agosto del 1980 verrà insignito del Premio Pegaso d’oro, quale riconoscimento del suo infaticabile prodigarsi per la “promozione di studi appassionati e meritevoli sulla Magna Grecia”.

Particolare la sua attenzione verso Taranto e la Puglia. Nel 1957 scrive il testo del documentario “Taranto, città dei due mari” prodotto dalla Franco Film. Nel 1960 gli viene affidato il compito di ideare il “I Convegno di Studi sulla Magna Grecia” finalizzato al rilancio culturale della città (un appuntamento che si rinnova ancora oggi e che da allora raccoglie a Taranto gli storici e gli archeologi più famosi del mondo); sul tema “Greci e Italici in Magna Grecia” sarà inaugurato il 4 novembre 1961, prolusione di Amedeo Maturi.

In occasione del decennale del Convegno, per rievocarne l’importanza, Carlo Belli ne fa memoria con l’opuscolo “Come nacque l’iniziativa”; in quello stesso anno pubblica per i tipi di Bestetti “Il tesoro di Taras”, un grande volume a illustrazione del patrimonio custodito presso il Museo Nazionale di Taranto, testimonianza della grande civiltà della Magna Grecia.

In questa sala del Museo, per cortesia della Galleria Transarte di Rovereto, viene esposto per la prima volta il lavoro preparatorio a “Il tesoro di Taras”: 55 bozzetti di rilievo dei reperti archeologici del Museo Nazionale di Taranto eseguiti da Carlo Belli negli Anni Sessanta e il menabò per la stampa del volume, illustrato con tavole originali dallo stesso Belli.

«(…) L’arte, come segno dello spirito delle opere umane, coglie e trasfigura tanta civiltà, e ce la tramanda in documenti tali da suscitare spesso stupore e meraviglia (…)».


organizzazione: Galleria Transarte - con il patrocinio di Comune di Rovereto e Museo Civico di Rovereto