Cerimonia di posa delle pietre d'inciampo
La cerimonia - prevista il giorno 16 gennaio a Riva del Garda alle ore 15 in viale Roma n. 20 - è stata interrotta dalla pioggia battente dopo la posa della prima pietra dedicata a Remo Ballardini.
Numerose le persone che hanno partecipato all'evento, tra cui l'artista Gunter Demnig, i rappresentanti delle istituzioni e degli enti promotori e i discendenti delle vittime.
Il prosieguo della cerimonia avverrà martedì 24 gennaio alle ore 10.00 in viale Carducci, 3 con la posa della pietra in memoria di Eugenio Impera per poi proseguire in viale Martiri del 28 Giugno 16 (posa della pietra di Enrico Meroni), Viale Lutti Alberti 7 (posa della pietra di Gastone Franchetti), viale Martiri del 28 Giugno 3 (posa della pietra di Augusto Betta), via del Marocco 55 (posa della pietra di Vincenzo Cicala) e Sottoportico del Marocco (posa della pietra di Antonio Bosco).
Le “pietre d'inciampo” sono state ideate nel 1992 dall'artista tedesco Gunther Demnig per contrastare i fenomeni di negazionismo e revisionismo storico legati agli eccidi dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Nello specifico si tratta di piccole pietre in calcestruzzo sopra le quali viene posta una targa in ottone recante una serie di informazioni sulle vittime di persecuzioni. Ad essere ricordati non sono soltanto gli ebrei, ma anche tutti coloro che sono stati perseguitati dai nazisti per motivi religiosi, etnici, culturali, sessuali, politici o perché disabili fisici e mentali.
L’iniziativa, finanziata dal Comune di Riva del Garda, è stata presentata dall’ANPI Sezione Alto Garda e Ledro, da un’idea di Tiziano Grottolo, e realizzata dal Museo Alto Garda in collaborazione con il Laboratorio di Storia di Rovereto nell'ambito dell’edizione 2018 del concorso “Vota il progetto migliore”.
La ricerca, condotta da Novella Volani, ha permesso di individuare i nominativi delle persone a cui, secondo il protocollo stabilito da Gunter Demnig, è possibile dedicare le pietre di inciampo e i luoghi in cui posizionarle all’interno del comune di Riva del Garda.
La maggior parte delle pietre rivane è dedicata ai “Martiri del 28 giugno 1944”, ovvero ai quei componenti della Resistenza trentina contro l’occupazione nazista del “Alpenvorland” (territorio che comprendeva le province di Trento, Bolzano e Belluno) che furono prelevati dalle proprie case e giustiziati sommariamente a seguito di una vasta e feroce"operazione di polizia" condotta dai tedeschi contro questo movimento di resistenza.
A Riva del Garda furono trucidati Enrico Meroni, Eugenio Impera, Antonio Gambretto e Augusto Betta; vennero arrestati Giorgio Tosi, Gastone Franchetti (catturato il 29 giugno) e Remo Ballardini (al posto del figlio Renato, irreperibile). Gastone Franchetti fu fucilato in agosto a Bolzano, mentre Remo Ballardini morì in ottobre, appena liberato, in seguito alle sevizie subite durante la carcerazione.
Questa estesa operazione raggiunse anche altri centri dell’Alto Garda, tra cui Arco,Nago e Limone sul Garda ma anche Trento, Rovereto e Pergine dove avvennero uccisioni e arresti. Tra tutti i casi esaminati relativi ai “Martiri del 28 giugno 1944” solamente sei (Enrico Meroni, Eugenio Impera, Antonio Gambretto, Augusto Betta, Gastone FranchettieRemo Ballardini) al momento dell’arresto abitavano o lavoravano a Riva del Garda, rientrando quindi nella casistica per la posa delle pietre d'inciampo a Riva del Garda. Le altre pietre rivane sono dedicate ai deportati nel lager tedeschi, come Vincenzo Cicala, deportato a Mauthausen nel 1944 per poi essere assegnato al sottocampo di Melk e dove morìil 29 gennaio 1945, e ai membri della Resistenza, come Antonio Bosco, disertore della Flack (antiaerea nazista) e giustiziato nel carcere di Bolzano il 29 agosto del 1944.