Chantal Joffe
La pittura inglese dà sfoggio di sé stessa in una mostra personale di Chantal Joffe presso lo Studio darte Raffaelli di Trento che inaugura venerdì 18 maggio alle 18.30 per concludersi il 30 luglio 2007.
In una ventina di dipinti, rigorosamente tutti inediti, lartista londinese ci parla di donne di ogni età, prelevandole dallalbum di famiglia, da riviste illustrate, da pubblicazioni pornografiche o da scatti realizzati in studio o nelle spente periferie della metropoli inglese. Un universo femminile a tratti malinconico, a tratti erotico, che si manifesta in tutta la sua intimità e che lo spettatore, volente o nolente, è tenuto a cogliere con sguardo voyeristico. Da quei volti, ora smunti, ora scavati, risaltano gli occhi, specchio dellanima di queste donne, che emanano una sottile inquietudine e dai cui sguardi vengono orchestrate tutte le posture, il più delle volte disarticolate e innaturali, ma che sempre dimostrano uninsolita vitalità. Con Chantal Joffe si va oltre il ritratto, entrando in un ambito esistenziale dalle radici profonde. Lalone perturbante di questi ritratti lo si deve alla tecnica pittorica veloce e impulsiva, dalla quale le presenze femminili simpongono su tutta la superficie del dipinto ingombrandola. Attorno a loro cè solo essenzialità: pochi accenni a una poltrona o a una carta da parati floreale: tutto è volto a far rimbalzare le figure in superficie senza però disdegnare elementi ornamentali che, votati allo stile informale, accentuano il sottile senso di claustrofobia della composizione.
Chantal Joffe è una dei protagonisti della nuova pittura inglese di fama internazionale che, assieme ad Anna Bjerger, Joe Packer e Jaspar Joffe (fratello dellartista), ci raccontano una personale lettura della quotidianità e che il critico Martin Maloney ha designato come bad painting. Una pittura cattiva e rude, sgraziata e dai tratti solo allapparenza dilettanteschi che risaltano soggetti scomodi, banali, a volte deformi, ma terribilmente veri e dai risvolti psicologici talmente intensi da risultare palpabili. La Joffe emerge dal gruppo, presentandoci una carrellata di personaggi al limite della caricatura, ripescando uno stile espressionista molto vicino alla Nuova Oggettività di inizio secolo, gravitando attorno alla pittura scorretta inglese di Bacon, Auerbach e del primo Hockney. Spunti che Chantal Joffe ha ben digerito filtrandoli attraverso la sua sensibilità femminile e la rivoltosa estetica punk anni Ottanta che si riscopre nelluso pressoché indistinto dei materiali che vanno dai cartoni, alle tavolette di legno di bassa qualità, alla stoffa, alle lastre dalluminio, per unestetica del brutto e dello scomodo, perché anche con questi mezzi si scava a fondo nella quotidianità.
Il catalogo in mostra comprende un testo critico di Luca Beatrice.
Chantal Joffe è nata a St. Albans, Inghilterra, nel 1969; vive e lavora a Londra.