Che genere di lavoro fai?
Progetto dedicato agli stereotipi di genere nel lavoro
Gabbie di genere e scelte formative
Rivolto a genitori e insegnanti per riflettere su educazione e stereotipi di genere.
Prevede l'intervento della dottoressa Silvia Leonelli (Csge - Centro studi sul genere e l’educazione, Università di Bologna) e la proiezione di “Che genere di lavoro fai?” con la curatrice Micol Cossali. A introdurre sarà Serena Giordani.
Cosa faremo da grandi?
Letture animate e laboratori per bambine e bambini delle elementari.
A cura di Michela Marchi e Sara Pinter, in collaborazione col Centro 180° e l'Associazione genitori in gioco. Sarà a disposizione una selezione di libri per l'infanzia a cura di Libreria Piccolo blu Rovereto.
"Che genere di lavoro fai" nasce dalla collaborazione tra la regista e narratrice multimediale, Micol Cossali, e l’Associazione Smart, per promuovere il superamento degli stereotipi di genere che condizionano ancora la presenza di categorie professionali considerate maschili o femminili nel mondo del lavoro. Il progetto prevede diversi appuntamenti in Vallagarina.
Per l'assessora comunale alle pari opportunità, Serena Giordani: «Oggi le donne non sono molto rappresentate e tantomeno sono rappresentative nei ruoli apicali. Questo comporta, inevitabilmente, aumento della sfiducia e spesso rinuncia ai propri diritti. Per questo è fondamentale mettere in campo più strumenti, affinché la conciliazione vita, famiglia e lavoro non risulti un limite per le donne, bensì una risorsa, per tutte coloro che vogliono crescere professionalmente. Offrire le stesse opportunità di sviluppo delle proprie capacità e attitudini, evitando ogni discriminazione riconducibile all’etnia, al genere, all’età, alla nazionalità, alla religione, all’orientamento sessuale o alle convinzioni personali, credo debba essere un impegno imprescindibile per tutti e non solo per chi si trova a gestire le risorse umane. È necessario stimolare sempre di più la comunicazione, la condivisione e il rispetto dei ruoli, per iniziare a pensare in termini di partecipazione, di diritti e di integrazione superando una volta per tutte la questione del sesso e puntare al valore della persona e anche al valore del merito: il riconoscimento del valore di una donna deve prescindere dal fatto che possa essere, contemporaneamente, madre, moglie e soprattutto donna».