Chroma. Storie degeneri
Presentazione con l'autore del libro Tersite Rossi
“Chroma – Storie degeneri” (Les Flâneurs Edizioni) è una raccolta di cinque racconti lunghi, ciascun racconto della raccolta è contrassegnato da un colore, e ogni colore richiama un determinato genere narrativo: nero è l’horror, blu il distopico, giallo il mistery, rosa l’erotico e rosso il politico. Ma nessuno aderisce del tutto al genere che il proprio colore simboleggia, e ciascuno ne sovverte regole e stilemi. Ne escono storie degeneri, che graffiano come le spine di una rosa. O gli artigli di un mostro.
Nel racconto nero, “L’uomo perduto”, un ragazzo alla ricerca delle proprie origini scopre in una sperduta gola di montagna un segreto spaventoso, al di là del bene e del male.
Nel racconto blu, “Fra 84 anni”, una madre tenta di salvare sua figlia e il suo popolo in un mondo in cui i Terreni sono ridotti in schiavitù per l’incapacità di ricordare il passato.
Nel racconto giallo, “Quasi niente sbagliato”, un giudice che si sente sempre dalla parte giusta della storia pronuncia la sua impietosa sentenza tra le nebbie della provincia italiana.
Nel racconto rosa, “Non pensare all’erezione”, un pornodivo viene sequestrato dai Nuclei Armati contro la Distrazione da YouPorn e potrà salvarsi solo a patto di non pensare all’erezione.
Nel racconto rosso, “La catena”, Ashrif, Tahira, Giovanna e Luca sono le pedine di uno spietato gioco di potere, alla ricerca di un riscatto impossibile tra Afghanistan e Italia.
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, autore del romanzo d’inchiesta sulla trattativa tra Stato e Mafia È già sera, tutto è finito (Pendragon 2010), del noir distopico Sinistri (Edizioni E/O 2012, nella Collezione SabotAge curata da Massimo Carlotto), del thriller economico-antropologico I Signori della Cenere (Pendragon 2016) e di Gleba (Pendragon 2019), romanzo d’inchiesta sul lavoro sfruttato. Suoi racconti sono apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie. Lo pseudonimo è un omaggio a Tersite, l’antieroe omerico, e al signor Rossi, l’uomo della strada.