Città e montagna, l'incontro mancato

Convegno

La sensazione provata lo scorso anno a seguito delle iniziative promosse per celebrare Trento quale Città alpina del 2004 è stata quella dell’occasione mancata.
Si è discusso molto di montagna e attraverso varie modalità espressive: cinema, pittura, letteratura, filosofia, economia, ecc; ma è risultato deludente il significato di fondo, e cioè la sostanziale accettazione dei luoghi comuni che ruotano attorno all’identità della montagna da ormai più di quarant’anni. È stato come se i vari mondi artistici e culturali coinvolti avessero dimenticato uno dei principali compiti della cultura: la continua messa in discussione delle conoscenze acquisite, che rischiano altrimenti di trasformarsi in pregiudizi.
Quest’anno, con il nuovo Trento Film Festival, sembrava che le cose potessero andare diversamente, che si stessero facendo largo nuove prospettive attraverso le quali conoscere la montagna e a partire dalle quali fare proposte su un possibile futuro. Sui giornali si è scritto di ‘film della realtà scoperta e conquistata per la forza del sogno, il messaggio che il possibile è la fantasia realizzata con preparazione, forza e coraggio. La certezza che vivere è anche gioia, creatività partecipata, coscienza di una grandezza festeggiata da tutti.’ Fantastico, ma è il caso di chiedersi: quale sogno, quale fantasia? Potrà sembrare privo di senso pretendere di parlare di sogni, ‘a ognuno il suo’ verrebbe da dire, tuttavia quando l’intenzione è quella di realizzarli in montagna, in un luogo decisamente delicato, si sa che è il caso di discuterne a fondo. L’impressione è che a questo riguardo dal Trento Film Festival, fino ad ora, non siano venute grandi novità.
I film proposti saranno anche capolavori, perle di estetica cinematografica, ma in quanto a nuove prospettive per la montagna non si è andati lontano. Ci sono le esplorazioni, le imprese alpinistiche, gli stili di vita del passato, quelli di popolazioni lontane e tanto altro, manca tuttavia quello che da anni si presenta come il sogno più urgente: un diverso rapporto tra città e montagna.
Per questo sogno è necessario un forte lavoro di messa in discussione dei luoghi comuni fino ad ora affermatisi, in particolare di quelli che vedono nella città e nei suoi abitanti sostanzialmente forze di distruzione e per la montagna e le sue comunità una scelta doverosa tra due strade inconciliabili: diventare periferia urbana o trasformarsi in una sorta di museo o grande parco naturale.
Il primo maggio 2004, l’associazione culturale Laboratorio sul Moderno di Trento in collaborazione con la Sat di Spormaggiore ha dato vita al tentativo di rappresentare l’esistenza di una città diversa da come descritta fino ad oggi, fatta di persone che non hanno bisogno di fuggire o di colonizzare, ma che sanno relazionarsi sia con le comunità alpine che con il territorio, cercando di dare il meglio di se stesse. Il risultato è il film-documentario Festa della Modernità sulla Neve. Spedizione artistica a Malga Spora che verrà presentato alla Facoltà di Lettere venerdì 6 maggio alle ore 21. La proiezione non a caso avverrà in contemporanea alla serata ‘Artide&Antartide’ che si terrà al teatro Santa Chiara e che avrà per relatore Reinhold Messner, lo scopo è fare prendere coscienza che oggi la partecipazione ad imprese che, per quanto piccole, abbiano come valore di fondo il sogno di un rapporto migliore tra città e montagna, fondato su una conoscenza libera dai pregiudizi delle reciproche identità, non sia da considerarsi inferiore alla più grande impresa alpinistica o esplorativa.


organizzazione: Laboratorio sul Moderno